Martina Franca/Maledetto destino per due fratelli
È stato un destino fatale, non ci sono parole. Cesare Fumarola, 34 anni di Martina Franca guida una moto, dietro di lui la sua compagna Liliana. Provengono da Locorotondo, hanno da poco chiuso il negozio di sartoria sulla strada di Fasano. È buio. Sono sulla SS 172, una strada maledetta. Di fronte un’auto guidata da una donna che, secondo i primi rilievi, stava svoltando a sinistra per immettersi in un tratturo nel quale è sita la sua abitazione. Sono tante le cose non comprensibili che i periti e la magistratura dovranno accertare. La donna alla guida, seppure sotto shok rimane illesa. La ragazza di 38 anni, aggrappata fino a qualche attimo primo al compagno, muore sul colpo. L’auto sotto la quale giace il corpo ancora in vita di Cesare viene spostata. L’ambulanza, secondo una testimonianza, arriva trenta minuti dopo. Il ragazzi viene trasportato al pronto soccorso. Quello di Martina Franca è un ospedale privo di tutto, tranne che di proclami elettorali, soprattutto in questo periodo. I medici ed il personale sanitario si accorgono immediatamente delle condizioni gravissime del ragazzo. Cercano di rianimarlo. Cesare non risponde. Passano maledettamente 45′, esattamente gli stessi, tanti quanti ne occorsero, quindici giorni prima, per assistere alla morte di un altro ragazzo, Martino di 30 anni deceduto per delle cause ancora inspiegabili che la Magistratura appurerà. Cesare é morto senza prendere conoscenza.
Cesare e Martino Fumarola erano fratelli. Il luogo del decesso lo stesso. Liliana e Cesare avevano un bambino di un anno circa. Era la grande gioia dei genitori. Un dolore profondo di tutta una città che non può non (ri) stringersi attorno alla mamma, alla famiglia che la disperazione ha travolto come un macigno di proporzioni gigantesche. Martino e Cesare sono tornati insieme. Il più grande si è voluto portare con lui la compagna, lasciando sulla terra un angioletto di soli sei mesi che da oggi non potrà piú sorridere guardando i genitori che lo coccolavano amorevolmente. Si chiama destino, quello che a volte è Maledetto. RIP in pace ragazzi.