Fitto: “Pronti a riprenderci la Puglia e a farla decollare”
Il candidato alla Presidenza ospite in diretta del direttore di PugliaPress
Ad appena vent’anni consigliere regionale della Puglia e a venticinque vice presidente; nella primavera del 2000, trentenne, con circa un milione e duecentomila voti diviene Presidente della Regione Puglia, il più giovane che la storia della Repubblica Italiana avesse mai registrato, record rimasto ad oggi imbattuto.
Poi deputato per tre legislature – la XV, la XVI e la XVII – dal 2006 al 2014, svolgendo nel contempo (per ben due volte) il delicato servizio di Ministro per gli Affari regionali, dal 2008 al 2011. Infine l’impegno in Europa, avviato prima di divenire presidente della Regione Puglia nel 1999 e ripreso con la elezione a eurodeputato nel 2014 e nel 2019, fino a ricoprire il ruolo di copresidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei.
La Puglia sempre fra le sue priorità, tanto da confermare il conosciuto adagio che recita “il primo amore non si scorda mai” e ricandidarsi nuovamente alla presidenza della Regione, per il cui rinnovo i pugliesi saranno chiamati tra pochi mesi.
Schietto fino a esser a volte un po’ spigoloso, nonostante i cinquant’anni conserva ancora la freschezza dei tempi passati, conservata nell’immagine dal ciuffo consistente e rafforzata nei fatti da un’instancabile attività politica ininterrottamente svolta. Con il direttore Antonio Rubino si è aperto in questa ampia intervista, senza filtri né convenevoli, trasmessa in diretta su PugliaPress TV e qui riportata.
Grazie, onorevole Fitto, per aver accettato il nostro invito; sappiamo che ha appena terminato un’intervista rilasciata a un’emittente nazionale.
Sì, abbiamo giornate intense, calde in tutti i sensi, non solo per la temperatura ma per la quantità degli impegni. Oggi pomeriggio mi sto dedicando a una serie di interviste per incontrare quanta più gente è possibile; tramite la tv abbiamo la possibilità di parlare a tanti cittadini e spiegare le nostre ragioni.
Onorevole, Lei ha respirato da sempre campagne elettorali sin da quando era ragazzino. A 19 anni ha avuto un’esperienza drammatica, fra le più sconvolgenti della Sua vita (la scomparsa del padre Salvatore ndr); a 30 anni è diventato presidente della Puglia. Rispetto ad allora, questa campagna elettorale che cosa ha di diverso?
Sono passati tanti anni, ho acquisito esperienza sia a livello nazionale che europeo e ciò mi permette di possedere dal punto di vista politico contenuti diversi rispetto ad allora. Ho approfondito molti dossier in questi anni e mi presento alle cittadine e ai cittadini pugliesi con una serie di proposte che mi auguro di realizzare per poter cambiare questa Regione. Oltre a questa prospettiva penso anche che questa sia l’occasione per fare un bilancio di questi 15 anni in cui ha governato la sinistra; mi sembra quindi utile fare con degli esempi chiari le differenze, aiutare a capire quanto sia indispensabile voltare pagina.
Se si potesse fare un bilancio fra i due candidati non ci sarebbe partita, dato che Lei ha una grande esperienza maturata a 360 gradi in tutti i settori. Mi sembra che oggi tanti, anche molti che erano adolescenti quando lei era governatore, ricordano e criticano la sua Presidenza, particolarmente circa la sanità. Tornando indietro, che cosa non avrebbe fatto? Che cosa, secondo Lei, non hanno compreso successivamente i suoi elettori?
La situazione era alquanto complessa, sotto diversi punti di vista, anche a livello nazionale. Se parliamo di sanità il disastro è sotto gli occhi di tutti: parlare di quello che era 15 anni fa la sanità regionale è abbastanza ridicolo, visto che dal 2005 ha governato la sinistra. Bisognerebbe capire quali sono i risultati conseguiti in tutto questo tempo: sono cresciute le liste d’attesa, la mobilità passiva per avere le cure è aumentata con dispendio da parte della Regione e soprattutto quegli ospedali – che io non ho chiuso ma piuttosto convertii – la promessa riapertura con la sinistra non c’è stata. Nel 2003-2004 in quegli ospedali si soppressero alcuni reparti per metterne degli altri; quanto successo negli anni successivi è che non solo sono stati ridotti con la prima gestione Vendola ma quei posti letto sono stati chiusi e non da me. Mentre in Puglia nel 2005 non si pagava una sola tassa di competenza regionale, a partite dal 2007 si pagano oltre 300 milioni di tasse per la Sanità causa deficit; in Puglia, la benzina, il metano, l’IRPEF, i rifiuti portano sovrattasse regionali che fanno della nostra regione una fra quelle con la maggiore tassazione. I fatti sono questi e da qui dobbiamo ripartire, non possiamo vivere di polemiche passate. Chi avrebbe dovuto in 15 anni cambiare dieci volte il sistema sanitario ha invece creato il caos. In Puglia dobbiamo ripartire da questo per costruire una sanità efficiente, moderna, abbattere le liste d’attesa, ridurre la mobilità passiva, potenziare la medicina territoriale, per cambiare questo sistema privo di qualsiasi forma di governo e che ha visto il caos dell’anarchia regnare.
Mi dice quindi che la battaglia elettorale si gioca tutta sulla Sanità?
Non soltanto! Parliamo di agricoltura, ad esempio. Ricordiamo che la Puglia in questo è la peggiore d’Italia, vedendo un’agricoltura gestita con i piedi da Emiliano che riguardo la Xylella è andato sotto braccio con i negazionisti e nel frattempo la Xylella ha devastato il Salento e oggi ed è arrivata a Monopoli: ben 120 km percorsi distruggendo un patrimonio ambientale e paesaggistico eccezionale, mettendo in ginocchio la nostra redditizia agricoltura. Parliamo anche dei fondi di sviluppo rurale, fondi europei assegnati alla Puglia per il cui impegno la nostra Regione è l’ultima in termini di spese, mettendo a rischio il comparto anche per le vicende drammatiche del Covid-19. Se vuole, Direttore, parliamo anche dei rifiuti: la Puglia paga le tasse più alte di competenza regionale; non sono stati realizzati tutti gli impianti necessari per cui i rifiuti della Puglia vanno fuori regione. Parliamo anche dell’utilizzo dei fondi europei, ricordando che – per esempio – la Puglia ha utilizzato appena il 50% dei fondi disponibili, dopo 6 anni. Direttore, possiamo parlare di tanti argomenti da cui emerge un fallimento generale che è sotto sotto gli occhi di tutti e viene fuori l’esigenza di un cambiamento strutturale che dia una prospettiva diversa a questa nostra regione.
Rimaniamo alla Sanità. Il Governatore uscente candida Lopalco nella sua lista, dicendo che sarà il prossimo assessore regionale al ramo. In pratica dichiara il proprio fallimento dicendo che candiderà lui.
Da Emiliano ci aspettiamo di tutto e di più. Per 5 anni ha tenuto per sé l’assessorato alla sanità e poi quello per l’agricoltura: non è mai successo nella storia italiana tutto questo. Non è quindi un caso il disastro degli ultimi anni. Su Lopalco dico che oggi lui è un consulente della Regione e percepisce 120mila euro l’anno. Noi contestiamo le sue tesi: non dovrebbe farlo citando le istituzioni; le istituzioni dovrebbero essere fuori dalla campagna elettorale poiché la campagna elettorale bisogna farla non con le risorse pubbliche, ma impostandola in maniera diversa e non creando disparità. Questo è un fatto grave.
Onorevole, quali sono le medicine di cui la nostra regione ha bisogno?
Siamo in emergenza economica e bisogna mettere in campo due leve: la prima consiste nel mettere in campo risorse che possano tamponare la drammatica situazione delle imprese e dei lavoratori, categorie che non hanno avuto risposte; dall’altra, programmare uno sviluppo che sia organico. Sempre mettendo in parallelo l’attualità con il passato, nel 2005 furono organizzati gli aeroporti di Bari e Brindisi e fu sistemato l’aeroporto di Alenia a Grottaglie, per citare tre realizzazioni importanti. Se chiedessi ai cittadini pugliesi di citare una sola infrastruttura, pur media o piccola, realizzata dal 2005 a oggi, temo che i cittadini non potrebbero dare risposte. Ecco, queste sono le occasioni perse e il mancato sviluppo della Puglia.
Onorevole Fitto, alcuni di quelli che dieci anni fa erano i suoi compagni di viaggio oggi sono passati al “nemico”. Forse l’ingratitudine in politica… come la definisce?
Non ne conto molte di queste persone. Non parlerei di ingratitudine bensì dico che ci sono due modalità di comportamento: la prima vede chi si schiera in campagna elettorale prima del voto spiegando le sue ragioni e la scelta che fa, avendo il consenso degli elettori e restando in schieramento grazie a quel consenso; questa si chiama coerenza. Poi invece abbiamo chi durante una legislatura cambia casacca per poter ricevere incarichi; questo si chiama trasformismo. Tutto qui.
Guardando la realtà con gli occhi di oggi, quanto di quello fatto in passato non rifarebbe?
Farei tutto quanto ho fatto perché è esperienza, fatta di cose positive e di errori: ricordarsi particolarmente di questi ultimi serve ad evitare che siano nuovamente commessi nel futuro. Non mi piace ragionare in maniera retroattiva. Non ho nessun rimpianto, la vita è fatta di scelte come la politica, fatta anche di errori che servono a formarsi. Penso vada bene così.
Circa la Regione Puglia… Bari ormai governa la nostra regione e Lecce pare dimenticata dal tempo del Suo governo… al centro Brindisi e Taranto. Con la Sua elezione la Puglia si “restringerebbe”, secondo lei?
In questi anni, più che nel passato, c’è stata una mancanza di scelte in questi territori, non è un problema di un territorio privilegiato rispetto ad un altro, a meno che non ragioniamo sulla distribuzione delle risorse che nulla ha prodotto in questo senso. La Puglia è una grande regione meridionale, collocata al centro del Mediterraneo, può avere delle condizioni di sviluppo favorevole purché si ragioni in maniera univoca, scegliendo di valorizzare al meglio le località che il territorio rappresenta. Io non mi infilerei in un ragionamento di contrapposizione territoriale, sarebbe sbagliato e dannoso: solo la Puglia tutta unita può avere una concreta chance per il futuro.
Bene, onorevole Fitto. Immaginiamo: è il 22 settembre, Fitto è governatore della Puglia. Quale sarà la prima cosa che farà?
Immediatamente mi occuperei di riorganizzare la Regione. I problemi che abbiamo sono frutto di una disorganizzazione della macchina regionale, dove regnano il caos e l’anarchia. Molte professionalità sono fortemente compresse e non sono in grado di lavorare al meglio. Se non si organizza bene la macchina non si possono ottenere risultati. Si parte da lì come in tutti gli ambiti: il primo lavoro è organizzare e mettere ordine in questa complessa macchina organizzativa, un’organizzazione moderna e seria che può fare della Puglia una regione efficiente.
Pier Damiano Mazza