Taranto – Arcelor, tolte limitazioni ad attività. USB: “La decisione del prefetto non ci sorprende, ma ci amareggia. E’ tutta una farsa.”
TARANTO – “La decisione del Prefetto di Taranto di non prorogare il provvedimento del 26 marzo scorso non ci meraviglia, ma ci lascia l’amaro in bocca. Suonano come una presa in giro “il monitoraggio ed il controllo sulle condizioni di impiego del personale” così come anche la “costante e totale applicazione delle misure di prevenzione da rischio sanitario” – afferma Franco Rizzo, coordinatore provinciale di USB Taranto, in una nota stampa- in merito alla decisione del Prefetto, Demetrio Martino, di non prorogare i termini del decreto del 26 marzo, che imponeva (con validità fino al 3 aprile) ad ArcelorMittal, la sospensione dell’attività produttiva ai fini commerciali, con un numero massimo giornaliero di 3500 dipendenti diretti e 2mila dell’appalto nelle 24 ore, nell’ambito delle misure per il contenimento dei rischi di contagio da Coronavirus.
“Addirittura il Prefetto toglie le limitazioni disposte precedentemente – si legge ancora nella nota di USB Taranto – “A nulla è servito quindi mostrare al dottor Demetrio Martino un documento pesante come la lettera inviata dall’ad Lucia Morselli al Governo, con cui viene smentito quel che il management dell’azienda dichiara. Paradossalmente se il Comune e la Regione volessero intervenire, non ne avrebbero facoltà, in quanto è prevista la possibilità di disporre misure più stringenti ma non per le industrie a ciclo continuo. La scorsa volta il Prefetto si è affidato alla relazione tecnica del Comandante dei VVF, poi nei fatti annullata dalla lettera della Morselli; oggi si poggia su un verbale dello Spesal, secondo cui la situazione in fabbrica è sotto controllo con sole cinque unità in più tra gli addetti alla sicurezza.
Questa per noi non è altro che una farsa. Il Governo centrale la deve smettere con gli annunci attraverso i quali parla di buoni propositi che puntualmente cadono nel vuoto. Dovrebbe invece svelare in maniera palese che si è schierata vergognosamente dalla parte della multinazionale a scapito della salute di migliaia di persone.”
Anche il primo cittadino, Rinaldo Melucci, esprime disappunto per la decisione del Prefetto di Taranto: “Rammaricato e preoccupato per la retromarcia della Prefettura, sembra che le ragioni del profitto abbiano prevalso. L’emergenza epidemiologica è lungi dall’essere risolta, stiamo consegnando un rischio troppo grande ad una intera città, mi sembra la solita ingiusta eccezione rispetto alla direzione intrapresa dal Paese. A qualche Ministro mi verrebbe da rispondere che poi dovremmo essere comprensivi sulla produzione di acciaio utile alle manifatture del nord. Di Coronavirus si muore – continua il sindaco Melucci – “ il lockdown nazionale non è un gioco, è il momento che ognuno si prenda le responsabilità delle proprie azioni. Diciamo no alla Pasquetta in spiaggia dei giovani e poi mandiamo migliaia di operai in fabbrica la domenica delle Palme? Non si è credibili così. Chiedo un forte intervento del Presidente della Regione Puglia su questa decisione a favore dello stabilimento siderurgico. I cittadini chiedono di continuo al Sindaco di governare le vicende dell’ex Ilva, devono finalmente rendersi conto che molte decisioni, come quella di oggi, il Sindaco le subisce esattamente come loro, nonostante da settimane chieda a tutti una netta inversione di tendenza sulle relazioni dell’Italia con ArcelorMittal. E ancora, chiediamo, di intervenire per mettere in sicurezza la salute di quei lavoratori che in caso di altri contagi metterebbero a rischio la città e l’intera provincia.”