Taranto – La diffamano su Facebook e perde il lavoro
E’ quanto accaduto ad una donna tarantina di anni 38 e al di lei marito. Lo spiacevole episodio sarebbe scaturito da un post che una giovane coppia avrebbe pubblicato su una delle tante pagine Facebook dedicate alla città di Taranto, sostenendo di essere stata truffata dalla donna per un lavoro che la stessa si era impegnata a fare.
In particolare, viene addebitata alla donna la circostanza che la stessa, congiuntamente al marito, dopo essersi recati a casa della coppia per rilevare le misure al fine di espletare un determinato lavoro, abbiano chiesto un acconto di Euro 50,00 quale anticipo sul lavoro da svolgere, ed in particolare per l’acquisto del materiale. Successivamente, secondo ciò che sostiene la giovane coppia, la donna in questione sarebbe sparita nel nulla senza portare a termine il lavoro, lucrando così indebitamente la modica cifra di Euro 50,00. Tanto sarebbe bastato per suscitare lo sdegno della coppia che, in preda all’ira, avrebbe pubblicato il predetto post su Facebook sostenendo di essere stata truffata, e facendo esplicita menzione del nome e del cognome della donna. Il post ha avuto una tale rilevanza mediatica che avrebbe raggiunto centinaia di persone(parliamo di più di 400 commenti!) che, inferocite, hanno prontamente commentato il post con messaggi di sdegno e rabbia per quanto accaduto. L’episodio ha avuto ovviamente le sue ripercussioni non solo a livello morale(parliamo di offese all’onore ed al decoro)ma soprattutto ha causato il licenziamento della donna dal suo impiego presso un’agenzia specializzata nell’assistenza agli anziani in quanto il titolare, dopo aver letto il nome e cognome della malcapitata tramite il post su facebook, ha con sdegno intimato alla donna di non presentarsi più presso la sua agenzia.
La giovane donna, che sta provvedendo tramite il suo legale Avvocato Gianluca Zaccaria a sporgere querela per diffamazione aggravata non solo nei confronti della coppia ma altresì verso le pagine Facebook che hanno condiviso il post, ha sostenuto di aver avuto gravissimi problemi familiari per via del suo bimbo, affetto da una grave quanto rara patologia, sicchè sarebbe stata nella più assoluta impossibilità di occuparsi nell’immediato del lavoro da portare a termine.
Quanto accaduto è solo uno dei tanti aspetti negativi che affliggono oramai i social network dell’era moderna. Molti purtroppo non sanno, o fingono di non sapere, che un uso improprio di Facebook ed altri social affini possa far scaturire reati perseguibili penalmente, ma soprattutto sono convinti di restare anonimi ed impuniti per il sol fatto di stare dietro ad un monitor, non sapendo invece che oramai siamo costantemente sotto stretta vigilanza di una sorta di Grande Fratello che controlla tutti i nostri movimenti e le nostre abitudini.
Sul fatto indagano le autorità competenti e la Polizia Postale.