Il gioco in Italia: quanto è stato speso durante il 2018 per il gambling
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Per il settore del gioco d’azzardo il 2019 si apre sotto il segno del cambiamento, per via del Decreto Dignità che pone delle differenze sostanziali, sia per il comparto del gioco digitale, sia per quello di tipo fisico. Il divieto sulla pubblicità del gioco dei casinò digitali come NetBet e del segmento delle scommesse sportive, entrerà formalmente in vigore a partire dal prossimo 14 luglio 2019, da quando i contratti in essere arrivano alla loro conclusione. Ci sono però importanti novità che riguardano anche il gioco di tipo fisico: nella maggior parte dei comuni d’Italia si sta discutendo circa la possibilità di creare degli orari fissi di apertura e chiusura per sale da gioco e centri scommesse. Inoltre, sono sempre più numerose le amministrazioni comunali che stanno sottoscrivendo ordinanze comunali secondo le quali le sale slot e VLT dovranno essere a non meno di 500 metri da luoghi sensibili come scuole, strutture sanitarie e impianti sportivi. Per quanto riguarda la situazione in Puglia, attraverso i dati che sono stati pubblicati attraverso il database dell’Italia delle Slot, iniziativa del gruppo editoriale GEDI, possiamo vedere tutti i dati che riguardano le città e i comuni del territorio pugliese. A Bari le giocate pro-capite realizzate durante il 2017 hanno ottenuto la cifra di 1472 euro.
Il capoluogo pugliese è quindi al posto numero 874 su 7954 comuni italiani; sono stati spesi 476,16 milioni di euro, la cifra delle vincite invece è stata di 373,06 milioni di euro. Di questi, lo stato ha incassato 51 milioni, mentre ai concessionari, gestori ed esercenti sono andati 52 milioni di euro. Come nella maggior parte dei dati in campione, i giochi maggiormente praticati sono slot, lotterie tradizionali, lotto e scommesse virtuali. Il dato della città di Bari può essere confrontato con quello delle maggiori città pugliesi, come Brindisi, Foggia, Taranto e Lecce, dove mediamente le giocate pro-capite oscillano tra i 1234 euro di Brindisi e i 2268 di Lecce, con 216 milioni di euro spesi e 168 milioni che rappresentano invece la vincita. Si tratta di dati che possono dare una dimensione anche nazionale del fenomeno del gioco e in particolare delle slot machine e delle VLT. Un dato nazionale che è cresciuto e si è consolidato nel corso degli ultimi tempi, arrivando a superare quota 107 miliardi di euro, dove la spesa effettiva al netto delle vincite, su scala nazionale, è stata di 18,9 miliardi di euro, con entrate erariali che hanno sfiorato, sempre durante il 2018 i 10 miliardi di euro.
Questa è la dimensione totale del gioco d’azzardo in Italia, secondo i dati che sono stati raccolti, analizzati e pubblicati dall’agenzia specializzata Agimeg, confermando quelle che sono le tendenze degli ultimi tre anni di attività. Bisogna quindi ora vedere come cambieranno le cose per via del Decreto Dignità. Per il circuito del gioco online tutto è legato all’audience del pubblico che atterra direttamente sulle piattaforme di casinò, le quali offrono migliori condizioni per gli utenti, sia in termini di giocabilità che di pagamenti. Durante questi anni è stato promosso un uso responsabile dello strumento tecnologico ai fini del gioco, dove è possibile maggiormente monitorare il monte ore e il monte spesa degli utenti. Alcuni siti danno ai clienti la possibilità di stabilire il tetto massimo e le quote di spesa che si possono raggiungere a livello settimanale. Si tratta di un adeguamento a livello europeo, per evitare che il gioco crei dipendenza e altri tipi di patologie. Questo naturalmente vale solo per il circuito dei casinò online legali, che sono monitorati e controllati attraverso l’ente autonomo AAMS dei Monopoli, che certifica il corretto funzionamento dei software per i pagamenti verso i clienti.