Taranto – Minerale sui banchi, parlano gli alunni: “Siamo stati noi, non ci sentiamo tutelati”
Due fazzoletti sporchi e poggiati su di un banco di scuola. Una foto che immortala il fattaccio e la polemica che monta.
Si è detto tutto e il contrario di tutto cercando in qualunque modo e con qualsiasi “arma” di smontare una notizia – perché di questa che parliamo – delegittimandola. O peggio: tentando di spostare l’attenzione su altro. E non ci pare corretto, nei confronti di chi vuole conoscere la verità, archiviare la vicenda dimenticandola. Non questa volta.
Il fatto di per sé è già parecchio grave: nei giorni di vento forte, o se meglio preferite di “Wind Days”, il minerale del siderurgico ILVA arriva dentro il quartiere Tamburi di Taranto. E quando diciamo dentro significa dentro: le case, i negozi, gli uffici, le scuole.
Già, le scuole. Proprio le scuole che, per volere di un’ordinanza dell’ottobre 2017 firmata dal Sindaco di Taranto Melucci, nel giorno del wind day devono restare chiuse per tutelare la salute degli studenti.
Ma cosa accade il giorno dopo un wind day all’interno delle scuole di Tamburi?
A “parlare” è stata una foto scattata venerdì mattina da alcuni alunni di una scuola. Sì, perché sono stati direttamente loro a contattarci qualche giorno fa per spiegare cosa è accaduto quel 19 gennaio 2018 dopo 2 giorni di scuola chiusa per il vento che soffiava da nord/nord-ovest.
Su questa vicenda si è già espressa abbastanza chiaramente la dirigente di un plesso scolastico sito a Tamburi.
Leggiamo sul Nuovo Quotidiano di Puglia: “Emblematica, al riguardo, la frase postata dalla dirigente scolastica della scuola Vico-De Carolis, Elisabetta Scalera, e riferita a chi ha diffuso la notizia: “La testa vi serve solo per dividere le orecchie. Bufale.net. Attenti alle fake news”.
E intervistata dal quotidiano La Stampa: “La direttrice dell’istituto scolastico comprensivo Vico-De Carolis, Elisabetta Scalera, ha però smentito che i bambini abbiano pulito i banchi scolastici definendo “falso” quanto circolato. “La pulizia delle nostre scuole è continua”, ha detto la dirigente Scalera. Si è poi chiarito che quella foto, diventata virale sui social, è stata molto probabilmente postata da un’addetta alle pulizie delle aule”.
Intanto, contattati direttamente da questi ragazzi che vogliono dissipare aloni di possibili “bufale”, dobbiamo dare informazioni più precise. La foto in questione è stata scattata dagli alunni di una scuola media dell’Istituto Gabelli presso Tamburi che nulla ha a che fare con la Vico-De Carolis di cui Elisabetta Scalera è dirigente.
La foto (sono due a dir la verità fatta in due momenti diversi) è stata scattata al rientro dopo i due giorni di stop per wind days, e mandata su una nota pagina social, da alcuni ragazzi.
Ma perché l’avete scattata?
“Appena entrati in classe abbiamo notato sui banchi dello sporco. Chiedo a una mia amica un fazzoletto, lo passo sul banco e ci trovo del minerale sopra. A questo punto tutti puliamo e la mia amica scatta una foto ai fazzoletti che la indirizza a una pagina facebook. Non è la prima volta che troviamo la classe sporca e la maggior parte delle volte puliamo noi alunni.
La tua docente ha visto il fazzoletto?
“Sì, tutte le docenti che si trovavano nel nostro padiglione perché alcune mie amiche volevano farlo vedere alla vice-preside e sono uscite dalla classe”
E cosa è successo poi?
“Poi loro sono rientrate in classe e hanno messo i fazzoletti sulla cattedra ed è entrato un collaboratore per passare una pezza sui banchi”
Quindi un collaboratore scolastico ha ripulito i banchi? Ha detto qualcosa lui? Le docenti hanno detto nulla? È stato informato il dirigente o il suo vice?
“Il collaboratore ha soltanto passato una pezza perché noi eravamo arrabbiati. Ci ritroviamo sempre a ripulire noi, quindi ci siamo lamentati. Lui ha detto che era una cosa strana e che sarebbe andato a cercare la bidella delle pulizie. La nostra prof cercava di tranquillizzarci perché stavamo facendo troppo caos e poi abbiamo iniziato la lezione. Non so se alla fine il collaboratore ha avvisato la vice-preside”.
Credi che rimanere a casa il giorno di wind day serva a tutelarvi?
“Non tanto, perché il minerale lo respiriamo anche quando non è wind day. Noi tarantini l’inquinamento ce l’abbiamo nel DNA”
Basterebbero queste parole per chiudere il discorso grave e drammatico. E la drammaticità non è data dal fatto che siano stati degli studenti a pulire un banco pieno di minerale.
No. Sta nel fatto che sì è cercato, magari anche senza volerlo, di spostare l’attenzione sul problema ovvero la presenza di polveri e minerali industriali in una scuola. Un episodio che avrebbe dovuto far scattare sull’attenti coloro chiamati a tutelare quei ragazzi.
Ragazzi che a scuola ci vanno per costruire il loro futuro che proprio in quelle aule è messo in serio pericolo.