Taranto – Lavorò a contatto con l’amianto: arriva il risarcimento.
TARANTO – E’ di 200mila euro il risarcimento riconosciuto ai familiari di un dipendente civile dell’Arsenale della Marina Militare, morto nel 2012.
L’uomo aveva prestato servizio dal secondo dopo guerra ed era andato in pensione dopo 40 anni.
Una pensione di 1600 euro ed un risarcimento ottenuti con Decreto di riconoscimento.
I familiari si erano rivolti a Contramianto per dimostrare il collegamento tra la morte per l’asbestosi – malattia polmonare cronica provocata dall’inalazione delle fibre di asbesto – e il servizio prestato per la Marina Militare con conseguente esposizione all’amianto.
Operaio motorista meccanico specializzato che – come riconosciuto a seguito dell’ampia documentazione fornita – entrando a contatto diretto e indiretto con l’amianto, avrebbero dunque determinato l’insorgere della malattia.
Vittima del dovere. Una giustizia che ha però un retrogusto amaro. Una giustizia tardiva (in un documento datato 1964, la Marina Militare Direzione Arsenale, già riconosceva il nesso tra morti premature per asbestosi ed esposizione all’amianto).
Difficile non domandarsi come mai non abbiano provveduto con azioni per la tutela della salute dei lavoratori. Domanda che Taranto si pone troppo spesso negli ultimi anni.