I comitati tecnico-scientifici del MiBACT rispondo sulla questione dello stadio di Roma
Una valanga di polemiche si è riversata in questi ultimi giorni sul soprintendente unico di Roma, l’architetto Francesco Prosperetti, e non solo per la terribile scelta di lasciar costruire a Roma, in piena area archeologica, il palco destinato a uno spettacolo musicale. Sempre al medesimo soprintendente si lega infatti la decisione di annullare la proposta di vincolo sull’ippodromo di Tor di Valle, opera dall’indiscutibile valore storico costruita dall’architetto J. Lafuente in occasione delle Olimpiadi di Roma nel 1960. Ciò significa che l’ippodromo verrà distrutto per far posto al nuovo stadio per la A. S. Roma. Poco conta ed ha contato nella commisione ministeriale in cui era presente proprio, unico architetto, il soprintendente F. Prosperetti che nel 2008 era stato realizzato un altro progetto, sempre per lo stadio, che lasciava invece intanto il medesimo ippodromo. Se solo avessero rispettato davvero quella che è la principale missione del MiBACT, ovvero la tutela dei beni culturali, probabilmente oggi avremmo sia un nuovo stadio che l’ippodromo di Tor di Valle. Ed invece no. Distruggere è molto più facile che non conservare, molto meno impegnativo. Non sappiamo poi da quale testa, più simile ad un vaso di Pandora che non a quella di Giove, è nata l’idea di ricostruire una fetta dell’ippodromo. Il soprintendente F. Prosperetti ha addirittura mostrato un disegno del progetto, per giunta sbagliato visto che la copertura della copia non riproduce neanche fedelmente la geometria di quella originale progettata da J. Lafuente. Se fossimo in un altro tipo di paese che qualcuno potrebbe definire normale il soprintendente F. Prosperetti sarebbe stato già trasferito anzi (ed è un suggerimento) promosso pur di rimuoverlo.
Fabio A. Grasso
Questo il commento dei comitati tecnico-scientifici del Ministero dei Beni Culturali.
“Sulla nota questione dello stadio della Roma a Tor di Valle, i Comitati tecnico-scientifici del MiBACT, competenti per materia, appositamente convocati in seduta congiunta e presieduti dai sottoscritti firmatari, si sono espressi all’unanimità contro il progetto a suo tempo presentato ed a favore del vincolo dell’ippodromo e delle tribune disegnate dall’architetto Julio Lafuente. Ora non solo viene rimosso il vincolo e si costruisce lo stadio, ma si propone di affidare ad uno studio di architettura l’incarico di progettare l’abbattimento delle tribune e di ricostruirne una porzione “sulla base del progetto di Lafuente”.Tutto questo costituisce una grave offesa alla cultura in generale ed a quella, in particolare, del restauro italiano che noi continuiamo, nonostante tutto, a considerare esemplare nelle sue formulazioni teoriche e nelle sue applicazioni pratiche. La cultura archeologica, storico-architettonica e storico-artistica non si nutre di feticci, ma esercita la propria consapevolezza critica a partire dalle opere, nella loro concretezza ed autenticità materiale e figurale. Da qui in avanti potremmo vedere frammenti ricostruiti al posto degli originali ed essere soddisfatti? I pareri forniti al MiBACT dai Comitati tecnico-scientifici rappresentano, così come stabilito dalla legge, un contributo di riflessione libera e, nella sostanza, esterna all’amministrazione ministeriale, con la quale tuttavia sempre ci si confronta al fine di attivare un serio approfondimento ed un proficuo scambio disciplinare su questioni senza dubbio impegnative e complesse.
Mariarosaria Barbera, Comitato tecnico-scientifico per l’archeologia
Giovanni Carbonara, Comitato tecnico-scientifico per il paesaggio
Michela di Macco, Comitato tecnico-scientifico per le belle arti
Maria Grazia Messina, Comitato tecnico-scientifico per l’arte e l’architettura contemporanee”