Taranto – Campagna pubblicitaria di ArcelorMittal: “Noi la miglior soluzione per ILVA e i cittadini di Taranto” | VIDEO
E’ partita qualche giorno fa sui canali ufficiali una campagna di informazione di ArcelorMittal. L’azienda è intenzionata a rilevare il colosso della siderurgia italiana ILVA appartenente alla famiglia Riva.
Si legge nella nota che accompagna il video sul canale youtube dell’azienda:
“AM Investco Italia è la soluzione migliore per Ilva, per i cittadini di Taranto e per l’economia italiana, sostenuta da una forte attenzione alla sostenibilità, l’ambiente e il miglioramento economico. L’industria siderurgica non può prosperare senza il rispetto per l’ambiente. In qualità di leader del mercato mondiale, ArcelorMittal è pronta ad introdurre le migliori pratiche in tutta l’azienda alle operazioni in Italia”.
La situazione dell’ILVA di Taranto è precipitata a seguito dell’inizio del processo Ambiente Svenduto. Esplosa nell’estate del 2012, la vicenda giudiziaria era partita dalle indagini preliminari portate avanti dal Procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio. Un grande contributo iniziale fu fornito dal GIP Patrizia Todisco che dispose il sequestro senza facoltà d’uso di tutti gli impianti dell’area a caldo dell’Ilva di Taranto.
Gli impianti coinvolti dal sequestro sono stati i seguenti: i parchi minerali dove vengono stoccate le materie prime (carbone e ferro in primo luogo), la cokeria (composta da dieci batterie), l’impianto di sinterizzazione che produce l’agglomerato (una prima “cottura” del minerale di ferro), gli altoforni (che sono cinque), il GRF (un’area di recupero dei materiali ferrosi) e i due impianti che convertono la ghisa in acciaio (Acciaieria 1 e Acciaieria 2).
Le ipotesi di reato sono molto gravi e si possono riassumere nell’accusa di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale. L’accusa più grave riguarda l’avvelenamento delle sostanze alimentari e nasce dalle analisi fatte sulle pecore e capre abbattute e sul terreno contaminato da diossina. Alla base dell’attività investigativa c’è stato un esposto di PeaceLink del febbraio 2008 riguardante la contaminazione da diossina e PCB di un pezzo di pecorino, fatto analizzare da un laboratorio specializzato. L’indagine sulla contaminazione da diossina si è estesa poi anche ai mitili.
In tutto i rinviati a giudizio sono 47 (44 persone fisiche e 3 società)