Roma- Nuovo stadio della Roma, il vincolo della soprintendenza sull’ippodromo di Tor di Valle
Per Margherita
E’ notizia clamorosa di oggi che la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, diretta dall’architetto Margherita Eichberg, ha imposto il vincolo sull’ippodromo di Tor di Valle, opera significativa del patrimonio culturale della Nazione. Il vincolo di fatto blocca la realizzazione di un faraonico progetto ovvero quello della costruzione del nuovo stadio della A. S. Roma che avrebbe comportato l’abbattimento proprio del celebre ippodromo realizzato per le Olimpiadi di Roma del 1960. Per chi non lo sapesse ancora la realizzazione del progetto faraonico avrebbe fatto girare, dicono, cifre intorno al miliardo e mezzo di euro e quindi davvero tanti interessi. Non dubitiamo che nell’Italia peggiore, quella tutta luoghi comuni e stantii, centinaia e centinaia di ebeti tecnologici abbiano già provveduto a riempire la mail della soprintendenza di Roma con offese e forse anche minacce. L’italiano medio, lo sappiamo, si muove soprattutto secondo un noioso cliché. Fra tutti i commenti raccolti sui social il primato della stupidità lo potrebbe vincere chi ha scritto che l’ippodromo di Tor di valle ha perso da tempo la sua funzione ed è fortemente degradato. Se solo dovessimo ascoltare questi parvenu della tutela saremmo costretti ad abbattere anche il Colosseo visto che sta anche peggio delle tribune di Tor di Valle. E’ a questa categoria di persone che dovremmo lasciare in pasto la soprintendente di Roma? La scelta dell’architetto M. Eichberg è stata coraggiosa perché consapevole che mettendosi a favore della tutela si sarebbe schierata contro un mare magnum di interessi tutt’altro che culturali. Nei giorni prossimi (e forse già da oggi) ci saranno attacchi all’istituzione soprintendenza oltre che alla persona della soprintendente. Ne siamo certi. Lo scenario che si prospetta non è dei migliori. Non vorremmo infatti che si ripetesse un altro italico cliché già visto nei momenti peggiori della lotta della Nazione contro la mafia, quando cioè quelli che un tempo erano definiti i “servitori dello Stato” erano abbandonati dalle istituzioni. Abbiamo avuto casi clamorosi e ci fermiamo a ricordare solo quello del generale C. A. Dalla Chiesa. E’ proprio adesso quindi che il ministro Dario Franceschini dovrebbe appoggiare apertamente l’operato della soprintendenza di Roma e dell’architetto M. Eichberg. E’ un atto dovuto. E’ una correttezza. E’ umanità. Non vorremmo sentire schiamazzi, minacce contro la soprintendente e neppure il ventilare ipotesi ministeriali di un suo trasferimento o meglio allontanamento dalla soprintendenza di Roma. Sarebbe una sconfitta per tutti ed un segno di debolezza delle istituzioni della Nazione. Sandro Pertini, che più di tutti conosceva gli Italiani, sottolineava la necessità di avere esempi, buoni esempi. Ed oggi ne abbiamo uno. Contro ogni speculazione ed in difesa dell’istituzione soprintendenza ci consumeremo i polpastrelli pur di non lasciare da sola una soprintendente che ha solo fatto bene il suo dovere in nome anche dell’articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana. E’ così che dovremmo fare tutti, perché è così che si diventa e rimane cittadini.
Fabio A. Grasso
Questo è quanto è stato scritto in precedenza:
Il sacco e il nuovo stadio di Roma: quod non fecerunt barbari, fecerunt Franceschini?
foto tratta da Sistema Archivistico Nazionale.