Lecce- Ferrovie Sud-Est verso Otranto e Gallipoli: un “treno” chiamato desiderio
E la montagna partorì il topolino. Potrebbe riassumersi in questo modo la vicenda dei treni che, nelle scorse settimane, le Ferrovie del Sud-Est hanno istituito ogni domenica verso due località balneari salentine, per prima Gallipoli e poi, dopo invettive e sollecitazioni da parte di molti, anche per Otranto. Treni istituiti e quindi tutti contenti verrebbe da dire. E mica tanto perché a tutto si era pensato tranne al fatto di avere a che fare con ferrovie e politici locali che evidentemente si muovono su un registro completamente diverso dalla realtà del cittadino comune. Loro vivono nel loro mondo ed usano il loro linguaggio e soprattutto le loro auto. Noi abbiamo chiesto il treno Lecce – Otranto, quelli (politici e dirigenti Fse) ci hanno dato davvero quel treno nel senso che esso collega solo le due città Lecce ed Otranto. Inizio e fine della storia e del viaggio, come se fra le due mete non ci fossero, almeno nel caso in esame, 9 stazioni, 9 città ovvero circa 45.000 abitanti (escludendo le presenze estive) che evidentemente poco contano per dirigenti ferroviari e politici locali. Il treno in sostanza non si ferma a San Cesario, San Donato, Galugnano, Sternatia, Zollino, Corigliano, Melpignano, Maglie, Bagnolo. Qualcuno potrebbe dire: il treno impiega meno tempo ad arrivare a destinazione. Certo. Ma a cosa serve far arrivare un treno 10 – 15 minuti prima in questi casi? La cosa davvero importante è invece creare un rete che raccolga il maggior numero di persone cui si offre la possibilità di andare al mare ma anche di visitare una cattedrale, vedere un paesaggio o altro e meglio ancora. Sembra una stupidaggine però dietro questa scelta balzana (linee dirette Lecce – Otranto, Lecce – Gallipoli) senza fermate intermedie c’è una sostanziale scarsa conoscenza di chi usa il treno. Ed allora proprio a questi dirigenti e politici che, già lo si è detto, non usano i treni, ricordiamo che l’utenza è cambiata diventando molto simile a quella che si vedeva in Italia fra fine anni Sessanta e Settanta. Chi sono i nuovi utenti? Soprattutto i nuovi italiani, i così detti extracomunitari, che non hanno altro mezzo se non il treno; in termini più generali, però, si tratta degli appartenenti alle così dette fasce più svantaggiate della società, quelli che per alcuni sono invisibili. Vorremmo ricordare infatti che non tutti hanno un’auto e non tutti possono permettersela. Probabilmente se i dirigenti e i politici salentini (e non solo) avessero viaggiato su quei treni avrebbero potuto imbattersi in quel piccolo nucleo costituito da mamma, nonna e due bambini di circa 5 anni che da Bagnolo andavano verso Otranto con il treno armati di secchielli, pinne, maschere e salvagenti. Altra questione esplosa in questi ultimi giorni è quella legata ad una presunta discriminazione fatta nei confronti di Gagliano del Capo visto che i treni domenicali arrivano solo fino a Gallipoli ed Otranto come detto. Molto spesso però le critiche avvengono senza avere una reale conoscenza dei fatti. Otranto e Gallipoli sono città sul mare, le altre no; le stazioni ferroviarie di Otranto e Gallipoli oramai fanno parte integrante delle due città. Spieghiamo meglio. Il tratto ferroviario da Maglie fino a Gagliano del Capo corre nell’entroterra e le stazioni, in alcuni casi, sono in aperta campagna e distanti anche diversi chilometri dalle relative città e località balneari. Ammesso pure che le Ferrovie del Sud-Est portassero passeggeri fino alla stazione di Andrano ad esempio, come si arriverebbe nel più vicino centro abitato? Al momento l’unica alternativa è farsi circa 4 chilometri a piedi. E’ chiaro che in casi del genere è necessario un accordo fra ferrovie e singoli comuni che al momento non sembra esserci. E’ di queste ultime ore poi la notizia di nuovi finanziamenti con i quali si dovrebbe realizzare l’elettrificazione della rete ferroviaria e non solo. Tutto ciò potrebbe apparire positivo ma in effetti non sgombra le nebbie ed i dubbi sul futuro. Cerchiamo di essere più chiari. Questa dei treni domenicali verso le località balneari per eccellenza non era un evento imprevedibile: il mare sta là, le città pure e così pure si sapeva già da prima dell’estate che i turisti sarebbero stati là. Si è a lungo parlato di piano strategico del turismo durante l’anno, come è possibile che non si sia affrontata la questione treni o più in generale dei trasporti per tempo? E poi, anche se lo si fosse fatto, si è finito con il gestire il tutto, male , molto male, all’ultimo momento, una emergenza. E continuiamo ad essere sempre in emergenza. Verrebbe da dire che in questo contesto si naviga davvero a vista. Nessuna lungimiranza. Un’ultima considerazione andrebbe fatta: nei prossimi mesi, si è detto, arriveranno nuovi finanziamenti. Non è un evento eccezionale perché negli scorsi anni di soldi investiti nelle ferrovie locali ce ne sono stati, e tanti. Davvero tanti. Con essi infatti si è provveduto al rifacimento delle rotaie e delle stazioni ad esempio. Il problema è che questi soldi, al di là delle questioni adesso al vaglio della procura, sono stati spesi molto male. Per rendersene conto basterebbe vedere come sono state trasformate certe stazioni dove campeggiano oramai pensiline dal dubbio valore architettonico. E si vuole sottolineare proprio l’aspetto architettonico e paesaggistico perché la linea ferroviaria è la principale spina dorsale di questo territorio. Nuovi finanziamenti arriveranno, certo, ma a chi verrà assegnata la gestione dell’intero processo? Agli stessi dirigenti e politici che non sono stati in grado di mettere un treno Lecce-Otranto che si fermi in tutte le stazioni intermedie? I finanziamenti saranno pure freschi ma qui, in quanto a menti pensanti, l’aria è davvero stantia. Sempre gli stessi, sempre lo stesso modo di pensare ed agire. Sarebbe auspicabile che nella gestione di queste due tratte Lecce-Otranto e Lecce-Gallipoli si dedicasse lo stesso impegno dimostrato per offrire il servizio dei treni alla cittadina di Melpignano durante la Notte della Taranta. Il marcato colore politico (il rosso della Sinistra), ancora molto evidente, che contraddistingue la Notte della Taranta vale tanto quanto l’arcobaleno di costumi ed abitudini di quei cittadini in attesa di un treno che altri, con stolta perseveranza, continuano a non far passare nelle stazioni intermedie. State sereni cittadini, quei treni non passeranno. Almeno per questa estate.
Fabio A. Grasso