Non è di Taranto l’ex parroco arrestato per pedofilia
Un “ex parroco di Taranto”, sarebbe stato arrestato per pedofilia, e per giunta, per la seconda volta. Si tratta di don Patrizio Poggi, 47 anni, sottoposto al regime dei domiciliari nel 1999 (come riporta il Fatto Quotidiano), con l’accusa di abusi sessuali su cinque ragazzini di età compresa tra 14 e i 15 anni. Condannato nello stesso anno a 8 anni (poi ridotti a 5) sempre per pedofilia, nel 2013, don Poggi è stato arrestato per aver mosso accusa del medesimo reato nei confronti di altri uomini di chiesa. La notizia, che circola da qualche ora, ha attirato la nostra attenzione. E come nostra consuetudine abbiamo ritenuto opportuno approfondire e capire quali fossero i reali legami con Taranto e con la chiesa tarantina. Dopo qualche ricerca, ecco cosa abbiamo scoperto. Due giorni fa, il 28 ottobre, il Poggi, sospeso a divinis dopo la condanna per abusi su minori, è stato nuovamente fermato con l’accusa di prostituzione minorile. Sempre secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano il Poggi, avrebbe adescato dei minori, filmando gli stessi. Ma in questo caso, l’ennesima vicenda giudiziaria legata all’ex sacerdote, non è il punto della questione. Quello che ci preme sottolineare, per fornire una corretta informazione, è che Patrizio Poggi, non è un ex sacerdote di Taranto, come riportato erroneamente da alcuni siti di informazione. I legami con Taranto, esistono ma sono ben altri, e si riferiscono al numero due in Italia della nunziatura apostolica Mons. Luca Lorusso, consigliere della Santa Sede e avvocato canonico, che nel 2002 aveva avallato e controfirmato le dichiarazioni di Patrizio Poggi, circa la lussuriosa vita di alcuni presunti preti pedofili, come riportato dall’edizione di L’Aquila de Il Centro.
Dunque, per comprendere e per concludere: quali sono i legami della vicenda con Taranto? Come riporta sempre Il Fatto Quotidiano il Mons. Luca Lorusso, per aver preso le difese dell’ex parroco Patrizio Poggi (condannato in secondo grado per abusi su minori) e aver sostenuto la sua denuncia, nella quale si accusavano nove prelati di pedofilia, su decisione di Papa Bergoglio, nel 2014 è stato rispedito a Taranto, nonché sua diocesi di origine.