Frodi nel settore oleario ad Andria. Il parere della Coldiretti
La Giunta esecutiva ha deciso di costituirsi parte civile nel processo contro le tre presunte organizzazioni criminali pugliesi accusate di aver spacciato olio di oliva spagnolo per olio biologico 100% ‘Made in Italy’ e per aver attentato alla salute pubblica miscelando l’olio sequestrato con grassi di diversa natura contenenti fondami ed impurità
In tarda mattinata vi abbiamo riportato l’operazione della Guardia di Finanza di Andria relativa al sequestro preventivo delle aziende coinvolte e di arresti nell’ambito di frodi nel settore oleario. A tal proposito, la Coldiretti ha inviato due note stampa, nelle quali fa un plauso all’attività info-investigativa delle fiamme gialle e dichiara la propria decisione di “costituirsi parte civile nel processo contro le tre presunte organizzazioni criminali pugliesi, accusate a vario titolo di aver spacciato olio di oliva spagnolo per olio biologico 100% ‘Made in Italy’ e per aver letteralmente attentato alla salute pubblica miscelando l’olio sequestrato con grassi di diversa natura contenenti fondami ed impurità imputabili al circuito della raccolta degli oli esausti della ristorazione”. La decisione è stata presa dalla Giunta esecutiva di Coldiretti Puglia, riunitasi d’urgenza nella tarda mattinata odierna, in considerazione della gravità degli atti contestati che hanno portato i militari della Guardia di Finanza, coadiuvati nelle indagini dagli uomini dell’ispettorato repressione frodi di Roma e Bari del ministero delle politiche agricole e dell’Agenzia delle Dogane, all’arresto di 15 persone e al sequestro preventivo di 15 imprese coinvolte. “Si tratta – il commento di Coldiretti Puglia -dell’ennesimo e inaccettabile attentato all’immagine complessiva dell’agroalimentare pugliese di qualità, con pesanti ricadute a carico dei consumatori pugliesi e del tessuto imprenditoriale olivicolo sano e produttivo del territorio”.
Di seguito, invece, il plauso all’azione delle forze dell’ordine:
“L’operazione della Guardia di Finanza, con la collaborazione dell’Ispettorato centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi e dall’Agenzie delle Dogane, a cui va tutto il nostro plauso, è la dimostrazione che, purtroppo, spesso sono proprio alcuni soggetti pugliesi della filiera olivicola olearia senza scrupoli a ‘drogare’ il mercato dell’olio extravergine di qualità ‘made in Italy’, spacciando oli di dubbia provenienza e genuinità, addirittura recuperando olio precedentemente utilizzato nei ristoranti, per 100% italiano e biologico con un inevitabile danno a carico del territorio, delle imprese e dei consumatori”.
Esprime soddisfazione, ma anche viva preoccupazione il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, alla notizia dell’operazione che ha portato al sequestro di 400 tonnellate di olio straniero – soprattutto spagnolo – che sarebbe stato spacciato per ‘made in Italy’ e ‘biologico’, e addirittura miscelato con grassi di diversa natura contenenti fondami ed impurezze imputabili al circuito della raccolta degli oli esausti della ristorazione, nonché’ di provenienza furtiva, oppure, scortati da documenti di accompagnamento indicanti natura e qualita’ diversi da quelli reali.
“Ecco spiegato come mai – continua il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – nel corso dell’ultimo decennio le importazioni complessive di oli di oliva in Puglia siano cresciute rapidamente, nonostante la Puglia sia la regione più olivicola d’Europa. Le importazioni complessive di oli di oliva ammontano in media a circa 87.000 tonnellate, di contro le esportazioni si aggirano sulle 38.000 tonnellate. Gli oli stranieri vengono importati principalmente da Spagna, Grecia e Tunisia, acquistati a prezzi più bassi rispetto al prodotto regionale e utilizzati dagli imbottigliatori per l’ottenimento di blend con oli regionali.
L’Italia detiene una quota pari al 20% della produzione comunitaria. A giugno 2014, secondo i dati forniti dal Mipaaf, il settore presenta la seguente situazione: produzione 465mila ton.; import 593mila ton.; export 354mila ton.; consumi 699mila ton.. Il 76% delle vendite made in Italy all’estero appartiene alla categoria degli oli di pregio (vergine+extravergine). I principali mercati di sbocco sono rappresentati da Usa e Germania; ottima anche la posizione del Giappone. Per le Dop l’Italia con 43 denominazioni (42 Dop e 1 Igp), detiene il 38% delle designazioni di origine dei marchi europei. Segue la Grecia con 29 e la Spagna con 27. Per le produzioni Bio, il 14% delle superifici Bio, pari a 164.488 ha, sono appannaggio dell’olivicoltura e la produzione di olio biologico risulta maggiormente concentrata in Puglia (33%), Calabria (30%) e Sicilia (11%). In Puglia nonostante il riconoscimento comunitario per 5 oli DOP (Denominazione d’Origine Protetta) al ‘Terra di Bari’, ‘Terra d’Otranto’, ‘Dauno’, ‘Collina di Brindisi’ e ‘Terre Tarentine’ ed una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milioni di quintali di olio, con un’incidenza della produzione olivicola regionale su quella nazionale pari al 36,6% e al 12% di quella mondiale, è proprio il comparto olivicolo-oleario ad essere maggiormente colpito dal fenomeno delle sofisticazioni.