“Vendola smantella la Sanità e le eccellenze emigrano”
Il sen. d’Ambrosio Lettieri critico nei confronti del Governatore, deciso a tenere per sè la delega alla Sanità dopo l’elezione di Elena Gentile al Parlamento Europeo
“Bingo, un altro cambio di guardia nella sanità pugliese che ha visto già avvicendarsi quattro assessori in quattro anni. E questa volta il presidente della giunta regionale non si disturba neanche a nominarne un altro. Vendola terrebbe la delega per sé, una volta volata a Bruxelles Elena Gentile. Tanto, che fa, a che servirà mai, un assessore alla Sanità, in Puglia. Si tratta semplicemente di portare a termine la missione smantellamento cominciata quasi dieci anni fa. Un piccolo sforzo ed è fatta. E chi può farlo meglio del capo dei pasdaran che nel 2005 si opposero al tentativo lungimirante di Raffaele Fitto di riorganizzare il sistema sostenendo fronde anti-riordino e vincendo di un soffio grazie al miraggio di una Terra promessa?”. Tiene ancora banco la questione Sanità in Puglia. Dopo le parole di ieri del consigliere regionale Franco Pastore – che ricordava il fatto che le malattie non vanno in vacanza, al contrario del piano di emergenza estiva impostato per la Asl della provincia Barletta, Andria e Trani – questa volta ad entrare nella questione è il sen. d’Ambrosio Lettieri, capogruppo FI Commissione Sanità del Senato e coordinatore cittadino FI Bari, che si schiera contro la scelta del Governatore di tenere per sé la delega alla Sanità, dopo l’elezione dell’attuale Assessore Elena Gentile al Parlamento Europeo.
“Se la notizia fosse confermata – siega d’Ambrosio Lettieri – saremmo di fronte ad un comportamento politico e amministrativo assolutamente inaccettabile. E’ disastro su tutta la linea e Vendola accelera l’operazione smantellamento, mentre le eccellenze sono costrette a migrare. La Puglia purtroppo non ride su molti fronti, ma su quello così delicato della sanità, indossa la maglia nera per le condizioni dei suoi ospedali e del sistema che spesso induce i pugliesi a cercare le cure fuori dalla regione, incrementando la mobilità passiva. E’ ancora vivo il ricordo dei dati del rapporto stilato dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari, nell’ottobre dello scorso anno. Nonostante i numerosi allarmi lanciati in questi anni in tutte le sedi e le richieste di mandato ispettivo girate al governo nazionale per intervenire e fare luce in una situazione che ormai è diventata lesiva non solo del diritto dei cittadini alla tutela della salute, ma anche della dignità professionale e della sicurezza degli operatori costretti a lavorare in condizioni intollerabili e a cui si deve la sopravvivenza del sistema che può vantare anche delle eccellenze, nulla è cambiato. Anzi, è cambiato che le eccellenze sono costrette a migrare, insieme ai pazienti, con tutto quello che comporta sul piano personale e anche economico, considerata l’impossibilità di continuare ad operare grazie a scelte scellerate. Non sono, dunque, esclusi da questo disastro settori al top e all’avanguardia nella chirurgia oncologica, come quello del Policlinico di Bari, ideato dal prof Lattanzio diversi anni fa e oggi tristemente messo nelle condizioni di non poter offrire alle donne che vi si rivolgono lo stesso protocollo che era possibile sino a qualche anno fa. Il tutto, mentre a Roma, al Gemelli, è mutuato lo stesso modulo un tempo appannaggio anche di Bari. Una follia che merita spiegazioni appropriate e urgenti.
Ma invece di dare risposte alle sacrosante esigenze dei cittadini – che continuano a pagare tasse salatissime – in tema di prevenzione, diagnosi, cura e assistenza, l’assessore Gentile non trova di meglio che, ad un anno scarso dal voto per le regionali, di volare in Europa e Vendola di salire personalmente sul treno in corsa della distruzione del sistema. Operazione che, naturalmente, sarà ben contraffatta coi soliti metodi, tra clientele e propaganda.
E’ evidente che le disfunzioni non dipendono certo dalla professionalità degli operatori, ma dall’assenza di una visione riorganizzativa da parte dei governi Vendola che, in dieci anni, hanno non solo smantellato il sistema invece di razionalizzarlo, adeguandolo alle esigenze territoriali e ai nuovi fabbisogni, ma ne hanno minato il funzionamento consolidando la rete degli sprechi, del clientelismo e della illegittimità, trasformando emergenze in cronicità. Noi non vogliamo arrenderci a questo stato di cose. E insieme agli operatori e ai professionisti del settore, alle associazioni di volontariato, ai cittadini vogliamo aprire un confronto costruttivo per preparare la nuova Puglia, riportando la questione sanità in cima alle priorità di questa regione, dolosamente abbandonata a sé stessa da una sinistra che ha mancato a tutte le sue fantastiche promesse, mentre le famiglie sono costrette persino a rinunciare alle cure”.