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Rivolta nel carcere Foggia: tensioni e nuovi scontri

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La rivolta nel carcere di Foggia è il campanello d’allarme che risuona dalle mura del penitenziario di Foggia, dove la tensione si taglia con il coltello. La situazione è talmente tesa che non si escludono scenari simili a quelli del marzo 2023, quando una rivolta scoppiata all’interno dell’istituto ha portato all’evasione di massa.

Il sovraffollamento criminale, con un tasso che supera il 152%, e la carenza cronica di personale rappresentano un mix pericoloso che alimenta la tensione giornaliera. Le condizioni lavorative degli agenti sono all’orlo del collasso, una situazione che non è passata inosservata agli occhi del segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo.

Nonostante le ripetute denunce e le promesse di miglioramenti, tra cui l’annuncio dell’assunzione di nuove unità, i problemi persistono. “Foggia si conferma una piazza di spaccio di droga e di telefonini,” afferma Di Giacomo, sottolineando come questi segnali siano premonitori di un possibile aggravarsi della situazione.

E’ urgente che le autorità prendano atto della gravità della situazione e agiscano rapidamente. Le misure annunciate devono trasformarsi in azioni concrete per prevenire il rischio di nuove rivolte. La sicurezza del personale e dei detenuti deve essere garantita per evitare una replica dei drammatici eventi passati.

Il carcere di Foggia rimane una polveriera pronta a esplodere. È indispensabile un intervento deciso per restituire tranquillità e sicurezza a uno degli istituti più critici del sistema penitenziario italiano.

Redazione Pugliapress

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