Foggia – Respinto il ricorso in corte d’appello, torna in carcere un pregiudicato
Posted On 14/01/2019
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MONTE SANT’ANGELO – Nel primo pomeriggio di sabato scorso i Carabinieri della Stazione di Monte Sant’Angelo hanno
tratto in arresto, su ordine di esecuzione emesso dalla Corte d’Appello di Bari, il “montanaro”
B. C., ritenuto “vicino” al clan l. B., che è stato così tradotto ed associato
al carcere di Foggia.
Il provvedimento restrittivo giunge a seguito del rigetto per inammissibilità da parte della Corte
d’Appello di Bari del ricorso presentato dalla difesa del B. contro la condanna alla
reclusione di due anni, cinque mesi e venti giorni di reclusione già inflittagli dal Tribunale di Foggia
per i reati di associazione per delinquere e concorso in furti e rapine in abitazione, ricettazione e
detenzione illegale di armi commessi nel 2014 a Monte Sant’ Angelo.
All’ epoca dei fatti il Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo foggiano, su richiesta della
locale Procura della Repubblica, che aveva coordinato con grandissima attenzione le indagini,
aveva disposto provvedimenti cautelari restrittivi (custodia in carcere e domiciliare) nei confronti,
oltre che di
B. C.,
anche degli altri soggetti coindagati a vario titolo e già noti ai
Carabinieri per i loro trascorsi giudiziari:
B. D. di Monte Sant’Angelo e fratello
di C.,
P. M. di Monte Sant’Angelo, P. R. di Monte
Sant’Angelo
, G. G. di Manfredonia, li B. G. di Monte
Sant’Angelo, T. C. di Monte Sant’Angelo, madre di P. R., G.
G. di Monte Sant’Angelo, e D. B. B. di Manfredonia.
All’ epoca dei fatti il sodalizio criminale aveva destato non poco allarme sociale nella cittadina
garganica, mettendo a segno diversi furti e rapine in abitazioni, con l’unico intento di rubare armi,
da fornire a gruppi criminali del posto, nonché oro, da riciclare, attraverso alcuni “compro oro”
della zona, in denaro contante.
Nel corso delle indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della
Compagnia di Manfredonia e dalla Stazione di Monte Sant’Angelo, furono recuperate diverse armi,
in particolare cinque fucili di vario calibro, nonché oro e preziosi non ancora riciclati, che poterono
così essere restituiti ai legittimi proprietari.
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