Taranto – Legalità, rispetto delle regole, e poi si giustifica tutto. Cosa vuole il tarantino?
Alla luce dei recenti fatti di cronaca che hanno interessato la città di Taranto e la sua provincia, ci siamo posti alcune domande, leggendo i commenti di alcuni lettori, e abbiamo riflettuto molto. Si, le riflessioni sono state molteplici e queste ci hanno portato a porre a voi lettori una domanda importante: cosa vuole davvero il Tarantino? Vi chiederete il perché di questa domanda e ve lo spieghiamo subito. Prima però, una premessa è d’obbligo. Il mestiere del giornalista non è mestiere facile. Né per chi giornalista lo è già, né per chi aspira a fare questo mestiere, che per quanto bello possa essere, ha anche le sue falle e le sue difficoltà. Fare il giornalista è difficile, e a Taranto lo è ancora di più perché l’editoria è sempre più in crisi, non ci sono investimenti, non c’è attenzione da parte delle istituzioni nei confronti dell’editoria. L’informazione è un bene preziosissimo che sta andando perdendosi, e la chiusura di storiche testate o emittenti televisive ne è la palese dimostrazione. Fare il giornalista quindi, non è facile. Non è facile perché quasi nessuno a Taranto vive di giornalismo, e non è facile perché un giornalista non si limita a digitare due lettere sulla tastiera del pc. Dietro ogni articolo c’è studio, approfondimento, assunzione di responsabilità. E considerando che – come abbiamo già detto – a Taranto è quasi impossibile vivere di solo giornalismo, dietro ogni giornalista c’è amore, tempo e passione per questo lavoro. Perché scriviamo questo? Perché a volte il lettore percepisce come nemico il giornalista o il giornale. E questo lo dimostrano i commenti (che alleghiamo) che ogni giorno leggiamo sotto i nostri articoli, o in giro per la rete. La cronaca nera e la cronaca giudiziaria sono settori complessi.
Ogni giorno le varie redazioni ricevono comunicati inerenti le varie attività svolte sul territorio dalle forze dell’ordine. Il dovere degli uomini delle forze dell’ordine è far rispettare la legge per garantire al cittadino la sicurezza. Il dovere del giornalista è informare, affinché al cittadino sia garantito il diritto all’informazione. Ma cosa succede in realtà? Alleghiamo un’immagine in cui sono riportati alcuni commenti relativi ad un articolo di cronaca. Il giornalista viene accusato, di aver sbattuto una persona sul giornale, di aver frugato nella vita altrui senza aver guardato la propria. Le forze dell’ordine vengono accusate di aver infastidito una persona comune senza aver dato peso a fatti più gravi. Esistono situazioni differenti, complessità differenti, ma non sta al giornalista sentenziare e decidere quale avvenimento di cronaca sia più rilevante. Il giornalista si limita a scrivere tutto ciò che sia informazione. Condanne, arresti e quant’altro, non è nell’interesse di un giornalista spiattellare nomi su di un giornale. Fa parte del fare informazione ed è il cittadino stesso a volere l’informazione. È un diritto del cittadino, è un dovere del giornalista. Ma cosa vuole il Tarantino? Predica la legalità, il rispetto delle regole, si lamenta costantemente sui social di una città lasciata allo sbando, poi leggendo la notizia del sequestro di due mezzi senza assicurazione appartenenti ad un ambulante abusivo, commenta dicendo che ci sono reati peggiori, che è meglio fare l’abusivo per mangiare, anziché rubare. Ma cosa vuol dire meglio fare l’abusivo che andare a rubare? È come dire: meglio esser arrestati per furto che per omicidio. L’abusivismo commerciale purtroppo lede tutti quei commercianti che con enorme sacrificio tentano di portare avanti la propria attività pagando le tasse. Arreca danno ad altra gente che messa in ginocchio dai tributi difende a denti stretti la propria attività. E non ruba. Per questi lavoratori non è peccato? E questo è solo uno degli esempi. Ma ce ne sono tantissimi altri. Dunque di fronte a cosa ci troviamo? Buonismo o ipocrisia? Spesso la linea che divide i due fattori è molto sottile, quasi impercettibile. Perché lamentarsi di una città allo sbando se poi si è pronti a giustificare tutto? La legalità, il rispetto delle regole, parte sempre dal basso. E’ unendo piccoli tasselli che si può costruire qualcosa di grande. Ci lamentiamo della poca presenza delle forze dell’ordine o della Polizia locale per le strade della città, addossando su di loro la colpa di quello che accade, poi gli stessi compiono degli interventi, e gli si urla contro “vergogna”. Il tarantino chiede, chiede e poi non è mai contento. E si è sempre al punto di partenza. E forse è per questo che non si va da nessuna parte. Si rivendicano riscatti e capitali della cultura, ma se questa non parte in primis da noi, forse non siamo nelle condizioni di chiedere nulla.