Ilva, la denuncia di Peacelink: “Reparto GRF non a norma”
Una foto scattata il 10 agosto scorso alle ore 22.30, ritrae le emissioni non convogliate dell’area GRF (Gestione Recupero Ferro) dell’Ilva di Taranto. L’ha scattata Peacelink postandola sul proprio sito e denunciando “la gravità della situazione nella quale lo stabilimento Ilva di Taranto continua ad operare”. Il reparto, tra l’altro, è stato sequestrato dalla Magistratura e si trova di fronte all’altoforno n.5.
La facoltà d’uso del reparto è vincolata all’applicazione dell’autorizzazione AIA che ne prevedeva la copertura, e secondo la legge 231 del 2012, la cosiddetta Salva-Ilva, dicono da Peacelink, occorreva coprire già da tempo il reparto da cui si sono sollevate le emissioni ritratte nella foto. I rappresentati, Alessandro Marescotti, Luciano Manna e Antonia Battaglia, denunciano che secondo tale legge “tutti gli interventi di messa a norma degli impianti di produzione dell’Ilva dovevano avvenire entro il 1 luglio 2014. Solo la scadenza della copertura del parco minerali (area di stoccaggio) faceva eccezione e aveva un termine all’ottobre 2015”. Mentre la copertura del reparto GRF, denunciano ancora gli attivisti, doveva avvenire entro il 31 dicembre 2013. “Peacelink ritiene inammissibile che le lavorazioni continuino senza l’applicazione di questa prescrizione in un impianto posto sotto sequestro perché considerato pericoloso”, si legge. L’associazione annuncia, inoltre, che questa fotografia “è un’anticipazione di quanto sarà consegnato prossimamente alla Procura di Taranto e al Noe”, ovvero, “un poderoso dossier che cataloga tutte le emissioni documentate nell’anno 2014 sino ai giorni recenti. Tale dossier è supportato da materiale fotografico, video e documenti, “che attestano l’attività dello stabilimento Ilva di Taranto in relazione alle prescrizioni non rispettate”.
L’Ilva di Taranto, concludono i rappresentati Peacelink, opera anche in violazione alla normativa europea in materia di tutela ambientale e salute, pertanto, l’associazione, “ha già informato in data dell’11 agosto 2014 la Commissione Europea e il Presidente del Parlamento Europeo”.
Ciro Elia
fonte foto: Peacelink