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Fratelli d’Italia: l’emergenza incendi in Puglia è colpa dell’inerzia della Regione

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Quanto sta accadendo in Puglia nelle ultime estati sul fronte incendi è frutto di un complesso di fattori: da una parte, gli organici dei Vigili del fuoco al di sotto dei livelli previsti in tutte le provincie e mancanza di mezzi aerei adatti a intervenire in tutte le situazioni che lo richiedano. Una situazione francamente inconcepibile in un territorio lunghissimo quale quello pugliese, per di più predisposto molto sulla problematica dei roghi a causa del fattore vento, che è praticamente una costante.

Questo aspetto del problema può essere riconducibile complessivamente ad una scarsità di attenzione verso la problematica da parte degli amministratori pubblici, salvo poi pagarne le conseguenze amaramente nelle situazioni emergenziali che caratterizzano la stagione estiva, ma prima ancora ad una scarsità d’investimenti da parte dello Stato. E siccome lo Stato alla fine è fatto dalle scelte di politica economica dei decisori pubblici, è sempre a loro che la responsabilità è imputabile alla fine.

Certo assistere impotenti allo sfregio del territorio naturale dovrebbe smuovere le coscienze di chi poi ha la pretesa che l’Italia resti attrattiva sul fronte dell’accoglienza turistica, ma evidentemente non è così.

C’è poi un altro aspetto del problema, che è legato all’azione dell’uomo: che si tratti di incendi dolosi, voluti da mani criminali che agiscono spinte da motivazioni economico-speculative o perché pervase da sentimenti di follia autocompiaciuta, o che si tratti di mancata attenzione nel tenere puliti i campi o nell’evitare ogni atto che possa innescare un incendio, va tenuto conto che il fattore umano in ogni caso gioca un ruolo importante.

A sottolineare la gravità che il fenomeno ha assunto negli ultimi giorni nella provincia di Foggia, come abbiamo già dettagliato in altri articoli pubblicati in questi giorni, attribuendo un’evidente responsabilità a quella che viene considerata come una grave inerzia della Regione Puglia a guida Michele Emiliano, la Senatrice foggiana di Fratelli d’Italia Annamaria Fallucchi:

“La provincia di Foggia sta bruciando, le fiamme nei giorni scorsi hanno distrutto un patrimonio naturalistico di valore inestimabile: una delle più grandi oasi del Mezzogiorno, Lago Salso, circa mille ettari andati completamente in cenere, sono morto centinaia di fenicotteri rosa e cicogne.

“Stamattina altri focolai hanno interessato i territori di San Giovanni Rotondo, Celenza Valfortore e nelle ultime ore anche Cagnano Varano, Capoiale, i canadair per spegnerli sono arrivati uno da Napoli Capodichino, due da Ciampino e uno addirittura da Genova, questo perché la Puglia è una delle tre Regioni in Italia a possedere un aeroporto destinato alla Protezione civile (il Gino Lisa di Foggia), ma non una propria flotta aerea, per cui i canadair dovendo arrivare da fuori regione perdono tempo prezioso (circa due ore di volo) , vale a dire spegnere l’incendio appena si è sviluppato e non quando ha distrutto ettari ed ettari di terra.

“Da questa mattina sono in stretto contatto con il ministro Nello Musumeci, che dal Giappone sta seguendo l’evolversi degli eventi, quasi sicuramente di natura dolosa, una mano criminale che vuole nuovamente mettere a fuoco e fiamme uno dei territori più belli della Puglia. Il tutto mentre la Regione Puglia sta a guardare: ha stanziato 10 milioni di euro che la Protezione civile non riesce a utilizzare perché non riesce a portare a termine la gara: la prima indetta a febbraio scorso pare sia andata deserta, per quella espletata il 1° luglio, si stanno valutando ancora le offerte ricevute… a fine luglio, praticamente anche questa estate andrà letteralmente in fumo per colpa di un’inerzia colpevole che sta producendo danni incalcolabili, ma prevedibili perché ogni estate la Puglia è ‘vittima’ degli incendi e della mano delinquente che li appicca.

“Ho sollecitato il capogruppo regionale, Renato Perrini, a chiedere immediatamente spiegazioni  al capo della protezione civile pugliese, Barbara Valenzano. Tenuto conto che la protezione civile, secondo l’art. 163 del codice dei contratti, in caso di emergenze (e questa indubbiamente lo è) può procedere all’affidamento di lavori e servizi e fornitura in somma urgenza. Ma anche perché solleciti il  Governo regionale a chiedere immediatamente lo stato di emergenza al Governo nazionale in modo che si possano attivare tutti quei procedimenti utili, a cominciare dall’invio di rinforzi di vigili del fuoco e unità operative, per proteggere il territorio, le imprese e le persone che da anni ogni estate convivono con la piaga degli incendi.”

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