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Olio d’oliva adulterato confiscati beni per 16 milioni a Cerignola

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Confiscati beni per un valore di 1,6 milioni di euro a un imprenditore di Cerignola, coinvolto fin dagli anni ’80 nella produzione e commercializzazione di olio d’oliva adulterato. Il provvedimento è stato eseguito dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) su decreto del Tribunale di Bari – Sezione Misure di Prevenzione.

L’uomo era già noto alle forze dell’ordine per reiterate condanne legate alla sofisticazione e vendita su scala industriale, sia in Italia che all’estero, di olio d’oliva contraffatto. Il sequestro rappresenta un ulteriore passo nella lotta alla criminalità economica e agroalimentare nel Mezzogiorno.

Confisca per 16 milioni beni aziendali e immobili nel mirino

La confisca ha riguardato una società attiva nel settore dell’imbottigliamento di olio di oliva e di semi, insieme al suo intero compendio aziendale. Tra i beni sottratti figurano un opificio industriale, un capannone, tre fabbricati, un terreno agricolo, tre autoveicoli, e numerosi rapporti finanziari attivi.

Secondo quanto riportato dalla DIA, il provvedimento si inserisce in un quadro investigativo consolidato: “L’imprenditore è stato più volte condannato in via definitiva per reati connessi alla frode alimentare, in particolare per l’alterazione dell’olio d’oliva destinato ai mercati nazionali ed esteri.”

Olio d’oliva adulterato operazione della DIA a tutela del made in Italy

L’intervento della Direzione Investigativa Antimafia conferma l’impegno delle istituzioni nel contrastare le pratiche illecite che danneggiano il settore agroalimentare italiano, uno dei pilastri dell’economia pugliese. L’adulterazione dell’olio d’oliva, oltre a rappresentare un pericolo per la salute pubblica, compromette la fiducia dei consumatori nei confronti del made in Italy.

La società colpita dal provvedimento era attiva da decenni e utilizzava strutture legali per attività illecite, camuffando l’origine e la qualità del prodotto. Il valore dei beni confiscati testimonia la rilevanza economica dell’operazione e l’infiltrazione della criminalità in settori produttivi strategici.

La confisca di Cerignola è solo l’ultima di una serie di operazioni analoghe condotte nel territorio pugliese. Le autorità invitano i cittadini e gli operatori del settore a segnalare anomalie nella filiera agroalimentare. In programma, nuovi controlli a tappeto nelle province di Foggia, Bari e Brindisi entro fine estate.

La lotta all’olio d’oliva adulterato prosegue con azioni coordinate tra la magistratura, le forze dell’ordine e gli enti di controllo alimentare, in un’ottica di tutela del consumatore e salvaguardia della qualità dei prodotti tipici italiani.

Redazione Pugliapress

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