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A Francesca Albanese le chiavi della Città di Bari. Chi non è d’accordo proponga di darle a Nethanyahu

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“A Francesca Albanese per il suo impegno incessante a tutela dei diritti del popolo palestinese. Bari, città di pace, è al suo fianco nel riaffermare la centralità del diritto internazionale e denunciare la brutalità e la barbarie che da quasi due anni si consumano sui civili inermi nella Striscia di Gaza. Il sindaco di Bari con riconoscenza”.

Queste le parole presenti sulla targa consegnata a Francesca Albanese, relatrice speciale per l’ONU per la Palestina che hanno sugellato, questo pomeriggio, il gesto delle consegna delle chiavi della Città di Bari alla diplomatica italiana da parte del Sindaco Vito Leccese, in una cerimonia tenutasi presso il Teatro Petruzzelli.

L’evento è stato accompagnato, e seguito, da moltissime polemiche di carattere politico. Alle prime, quelle riferite alle sacrosante denunce che Francesca Albanese ha avuto il merito di proferire su quanto avviene a Gaza, essendo tutto così evidente nella sua straziante quotidianità da quasi due anni, lasciamo la parola direttamente alla nuova cittadina onoraria di Bari: “Non so perché alcuni facciano fatica a usare la parola genocidio, un termine dal carico gravissimo che tuttavia ben descrive i crimini di guerra che Israele perpetra da quando è praticamente nata. Ogni colonia è un crimine di guerra. Il centrodestra mi ritiene un personaggio divisivo? Non commento”.

Queste parole hanno il merito di sottolineare la storicità delle colpe dello Stato d’Israele, la violenza ordinaria dei suoi coloni anche nella Cisgiordania, senza le quali non ci capisce nulla. Non si capiscono le Intifada, non si capisce perché sia circondato da così tanto risentimento, non ci capisce neppure quanto di terribile accaduto il 7 ottobre.

Ad un altro tipo di contestazione, fatto dai rappresentanti del centrodestra fuori dal Petruzzelli oggi, per i quali il premio alla Albanese non è giustificato non avendo lei mai fatto nulla per Bari, si potrebbe rispondere che a eventi eccezionali è lecito rispondere con azioni che esulano dai normali protocolli onorifici.

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