Albano vince causa contro il Consorzio unico di bonifica
Parafrasando le famose parole pronunciate da Neil Armstrong, potremmo dire: un piccolo risarcimento per un’azienda agricola, un grande stimolo per tutti gli agricoltori o i semplici proprietari ad agire contro un balzello da tanti considerato iniquo ed ingiusto.
Lo stimolo a rivalersi sul Consorzio unico di bonifica del centrosud della Puglia, il vecchio Arneo, e sulle sue cartelle, sarà significativo per coloro i quali ritengono di essere dalla parte della ragione perché ad avere visto riconosciute le proprie è stato nientepopodimenoché Albano Carrisi, al quale il giudice tributario chiamato a valutare la legittimità di un ricorso presentato dalla celebre voce della canzone italiana in merito ad una cartella del 2016, ha dato effettivamente ragione.
Ne conseguirà il rimborso dell’importo versato all’epoca, 394,78 euro, ed il pagamento delle spese legali sostenute, per la somma di 800 euro. In assenza di opere di manutenzione effettivamente realizzate da parte degli addetti del Consorzio, il tributo è illegittimo.
Cosa manca perché il principio venga generalizzato alla totalità dei contribuenti in rivolta contro tale tassa? L’argomento è stato fra i più incandescenti fra quelli affrontati e discussi in Consiglio regionale nella legislatura appena conclusasi, ha incendiato il clima in aula, facendo salire moltissimo i toni del confronto fra l’assessore all’Agricoltura Pentassuglia ed i consiglieri di centrodestra, ma anche dei 5 Stelle, che hanno più volte cercato di far approvare dall’aula una moratoria sul tributo 630, legandone il pagamento da parte dei proprietari all’effettivo svolgimento dei lavori di bonifica nei canali.
Addirittura, l’ultima seduta della legislatura, sarà ricordata oltre che per i saluti di congedo da parte di Michele Emiliano anche per le invettive, feroci ed adiratissime, di alcuni agricoltori che avevano assistito ai lavori dell’aula, come in altre occasioni nelle quali era stato affrontato il tema, e speravano che almeno sulla linea del traguardo il Consiglio riuscisse a licenziare una norma che li tutelasse.
Nulla di fatto neppure nell’ultima seduta, in quanto la Giunta regionale ha sempre manifestato la propria non titolarità ad intervenire sulla sospensione del tributo, che spetterebbe al Governo eventualmente, aggiungendo che in caso contrario dovrebbe farsi carico la Regione di risanare i debiti del Consorzio.
Emiliano e Pentassuglia si sono difesi anche aggiungendo che i lavori, per quanto risulti a loro, hanno iniziato a svolgersi con puntualità. Questo avviene però solo nella parte centro-settentrionale della Puglia, mentre il Salento lamenta ancora un’effettiva latitanza da parte del Consorzio. Da qui la presenza costante degli agricoltori salentini alle sedute del Consiglio, la nascita di associazioni civiche di tutela legale.
E probabilmente sarà anche l’esito della causa promossa da Albano a ringalluzzirne ulteriormente, se possibile, gli animi.




