notizie nazionaliPoliticaPrima paginaRegioneSindacatoTaranto e provincia

Turco: prestito-ponte inutile e mancata ambientalizzazione del siderurgico. Il Governo continua imperterrito su una strada fallimentare.

Pubblicità

Altra settimana interlocutoria sul fronte delle trattative del polo siderurgico tarantino.

Prima gli incontri a livelli regionali, fra Michele Emiliano e le diverse forze politiche, e poi del Governatore con i Sindaci di Taranto e Statte, con il Presidente della Provincia e con l’Autorità portuale del Mar Jonio, poi quello al Ministero delle Sviluppo economico sull’Accordo di programma, con il ministro Adolfo Urso che ha paventato la chiusura dello stabilimento se non si dovesse arrivare presto ad una prospettiva condivisa.

Tanti, sempre i soliti, i punti su cui gli attori coinvolti della questione si confrontano: l’ambientalizzazione dell’ex Ilva, sulla quale tutte le parti si dicono d’accordo, ma la stessa cosa non vale assolutamente riguardo le modalità e i tempi con le quali realizzarla, che per il Governo passano dall’inserimento di una nave rigassificatrice nel porto e di un dissalatore, sulla base delle indicazioni presenti nel progetto presentato da quella che doveva essere la compagnia acquirente, la società azera Baku Steel, che per il momento resta sempre più alla finestra, mentre i sindacati, che peraltro lamentano di non essere stati chiamati dal Ministro a partecipare all’incontro, spingono fortemente per la nazionalizzazione, la chiusura dell’area a caldo, senza dimenticare la posizione di chi propone la chiusura totale del siderurgico, se non si assicurerà la sua totale compatibilità ambientale.

Al momento, nel solco della famosa espressione andreottiana che recitava “meglio tirare a campare che tirare le cuoia”, il Governo ha emanato un ulteriore prestito-ponte di 200 milioni a favore dell’ex Ilva, compiendo un ulteriore tentativo per traghettare gli impianti verso una prospettiva industriale che per Meloni deve passare per forza dalla presa in carico da parte di un acquirente privato.

Sugli ultimi sviluppi della situazione è intervenuto il Senatore tarantino Mario Turco, Vicepresidente del MoVimento 5 Stelle: “E’ in Gazzetta Ufficiale dunque l’ennesimo “prelievo di sangue” di 200 milioni voluto da Meloni e Urso per tenere in vita l’ex Ilva di Taranto, giusto qualche mese. Quello che il governo non ha compreso, però, è che lo sciagurato decreto legge appena varato avvicinerà il polo siderurgico alla sua mesta e ingloriosa fine.

In sostanza, viene definitivamente accantonata la riconversione ecologica dello stabilimento, che rappresentava l’unico barlume di speranza per intravedere una prospettiva economica e lavorativa decente e una sostenibilità futura dell’acciaieria anche dal punto di vista ambientale e sanitario. Addirittura l’idrogeno verde è sparito dal testo, per lasciare il posto sempre e solo al carbone e tra non meno di 10 anni al gas, con una prospettiva peraltro tutta ancora da scrivere, definire e finanziare.

Decenni di ulteriore utilizzo di fonti fossili significa consolidare tutte quelle criticità che hanno portato il sito a sequestri per disastro ambientale, sentenze di condanna, spreco di soldi pubblici: un pozzo senza fondo. In questi quasi tre anni di governo Meloni, sono già 1,5 i miliardi buttati via senza aver risolto nulla. Adesso si ricorre all’ennesimo prestito che non sarà mai restituito, così come i precedenti elargiti dall’attuale governo, concessi senza un piano industriale e con un’azienda che il governo aveva a più riprese promesso di rilanciare, e portata invece al capolinea.

Inoltre, anche la privatizzazione, fortemente voluta e annunciata a più riprese da Urso, è finita su un binario morto, nonostante l’introduzione della semplice trattativa privata, in violazione dei principi europei di trasparenza e di concorrenza. Siamo alle solite: si pretende di guarire il malato continuando con la stessa medicina che lo ha aggravato e reso moribondo. Urso si assuma la responsabilità del totale fallimento e della chiusura dell’impianto siderurgico di Taranto”.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio