Morto collaudatore sulla pista di Nardò, chi era Mattia e cosa è successo
Una tragedia ha scosso le piste di collaudo Porsche nel centro tecnico di Nardò, in provincia di Lecce, dove un giovane collaudatore, Mattia Ottaviano, di 35 anni, ha perso la vita in seguito a un incidente avvenuto durante una sessione di test.
L’uomo, originario di Tuglie, dipendente di una ditta esterna, lavorava da un anno all’interno della pista con una ditta appaltatrice. L’incidente ha coinvolto una Porsche Panamera e una moto Ducati Panigale, con quest’ultima che avrebbe tamponato la vettura prima di prendere fuoco, causando la morte del centauro dopo essere stato sbalzato dalla moto.
Immediatamente sul posto sono intervenuti la polizia Locale per i rilievi e i poliziotti del commissariato di Nardò, insieme al personale del 118 e al pm di turno Alessandro Prontera. Gli apparati di sicurezza hanno prontamente chiuso le piste per avviare le indagini.
Il Nardò Technical Center ha espresso profondo cordoglio per l’accaduto, affermando di non avere ulteriori informazioni al momento e di essere impegnato a collaborare con le autorità competenti durante le indagini.
Le reazioni al tragico evento non si sono fatte attendere, con Valentina Fragassi, segretaria generale della Cgil Lecce, che ha sottolineato la necessità di interventi legislativi urgenti per garantire la sicurezza dei lavoratori subappaltati. Mauro Fioretti, coordinatore Uil Lecce, ha anch’egli richiamato l’attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro, esortando il governo a prendere misure concrete per evitare future tragedie e garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutti.
L’incidente di Nardò si aggiunge purtroppo alla lista delle tragedie sul lavoro che colpiscono il nostro Paese, sollevando interrogativi su quali azioni siano necessarie per evitare che simili eventi si ripetano in futuro. La sicurezza sul lavoro deve diventare una priorità assoluta, e è fondamentale che tutte le parti coinvolte lavorino insieme per garantire un ambiente di lavoro sicuro e protetto per tutti i lavoratori.