L’intervista del direttore “Ti posso offrire un caffè” con Alessandro Marescotti
Buongiorno professor Marescotti, la prima domanda che faccio ogni mattina è come prende il caffè e a che ora lo prende?
E alle 7 in genere e prendo la miscela arabica. Durante il giorno arrivo a prendere fino a 4 caffè.
E’ laureato in filosofia e si è avvicinato subito al mondo dei personal computer nel 91. E’ stato tra i fondatori di Peacelink. Insegna lettere a Taranto in una scuola media superiore e collabora con la dottoressa Chiara Castellani. Nota la sua lotta alla diossina dell’ILVA. Mariscotti qualche giorno fa ha partecipato ad una marcia importante contro i guerrafondai, dico bene?
Sì, devo essere preciso io ho partecipato come Peacelink alla diffusione delle info che proveniva dalla marcia. Materialmente non potevo essere presente ma sono stato praticamente tutto il giorno collegato con diverse fonti da cui foto molto belle, testimonianze, ed era importante fare in modo che tutto ciò che si muoveva avesse una visibilità sul web. Io ho dedicato, diciamo, la mia giornata a fare questo con il cuore; ero insieme a coloro i quali marciavano per la pace.
Ci sono molte contraddizioni in questa in questa guerra. Qual è la sua opinione riguardo?
Questa guerra non doveva scoppiare, Putin ha violato il diritto internazionale e come tale questa è un’azione da ripudiare perché l’Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali e come offesa alla libertà degli altri popoli. Sono state sempre contro coloro che anno invaso le altre nazioni. Sono dalla Parte del Pontefice che ha richiamato il mondo a perseguire la pace. Va detto che una delle controversie più grosse da cui è scoppiata questa guerra è la questione del Donbass.
Il Donbass è un’area dell’Ucraina posta nella zona orientale. In Donbass una parte della popolazione dal 2014 in poi ha preso le armi perché si sentiva discriminata: era stato stabilito che l’unica lingua fosse l’ucraino. C’è stata una tendenza, diciamo, a considerare la cultura russa e i russi in generale una popolazione da guardare con sospetto, quindi si è creata una lotta, una guerra civile tra filo russi e filo ucraini proprio nel Donbass, un pochettino come è successo e in Italia nelle aree di confine in cui c’erano italiani e austriaci. Difronte a questioni così importanti la scelta deve essere quella che è stata in Italia, cioè stabilire un regime di autonomia in cui sia da una che dall’altra si possa convivere senza che si stabilisca la priorità di una lingua sull’altra, di una cultura sull’altra.
Erano stati raggiunti con gli accordi di Minsk quelli che erano i punti Fermi su cui si sarebbe dovuto costruire un futuro di pace per il Donbass. Purtroppo gli accordi di Minsk non sono stati applicati ed è scoppiata una guerra.
Mi rivolgo al professore: se si fosse indetto un referendum prima della guerra chi avrebbe vinto
Quelle sono aree in cui c’è una prevalenza russofona, sono aree in cui almeno alcune sono a forte presenza filorussa. Tanto è vero che quando si è andato a votare i candidati filorussi hanno preso la maggioranza, nelle libere elezioni. Nelle elezioni che dovevano essere libere in passato l’Ucraina si è divisa a metà con i partiti filorussi che prendevano la maggioranza nel Donbass e i partiti filo occidentali invece che prendevano la maggioranza nella zona che sono di Leopoli. Ormai una spaccatura è in Ucraina, fra l’area politica filorusse, l’area politica filo nato o filo europeo. Comunque io che se ci fosse un referendum in Donbass i filo russi avrebbero la maggioranza, una forte affermazione.
Personalmente sono favorevole a quello che ha detto Elon Musk, non un filo russo ma un filo ucraino, che da tecnologia in questo momento, credo gratuitamente, alla resistenza armata alle forze militari ucraine. Con le sue tecnologie militari, ha detto che il Donbass dovrebbe essere deciso come futuro da un referendum sotto la supervisione dell’ONU e in generale tutte le zone controverse dovrebbero essere loro futuro, dovrebbe essere deciso attraverso referendum che abbiano la supervisione internazionale dell’ONU
E’ stato fatto anche un errore da parte di Putin con un referendum pilotato. Altrimenti sono certo che la guerra sarebbe finita di già.
Io credo però che quello che ha fatto Putin è stato essenzialmente un passo di carattere formale giuridico per poter mettere in moto un dispositivo militare che poteva essere in moto solamente nel caso in cui una parte del territorio Russo fosse in pericolo. Putin ha potuto far scattare la mobilitazione diciamo di 300.000 uomini. Vorrei sottolineare stiamo andando verso una carneficina.
Si può pensare a un evento catastrofico come una bomba atomica nel momento in cui la Russia, si senta braccata dagli altri stati?
Purtroppo è stato scritto nella dottrina militare russa che nel caso in cui la Russia sentisse in pericolo la propria esistenza utilizzerebbe la bomba atomica. Questa cosa è scritta anche nella dottrina militare israeliana. Israele ha bombe atomiche nel caso in cui sentisse messa in pericolo la propria sicurezza.
E’ opportuno continuare a dare le armi Ucraina?
Io ritengo di no, so che ci sono altri che la pensano diversamente ma io tengo di no. In particolare facciamo un discorso puramente tecnico: se diamo delle armi che sono in grado di colpire in profondità, stiamo tradendo quella che era l’originaria scelta di dare armi per la difesa. Una cosa è dare pistole, fucili, dispositivi per la protezione della popolazione.
Concludiamo con il discorso ambientale, abbiamo parlato di tumori a Taranto, però c’è anche tanto altro.
E’ in una situazione di limbo: da una parte si sta cercando di esplorare un futuro non legato alla grande industria quindi uno sviluppo alternativo. Però questa esplorazione non ci può far dimenticare che noi siamo con un piede ancora dentro il vecchio modello di sviluppo.
Se continuiamo ad avere eccessi di tumori e mortalità, Taranto continuerà ad avere una cattiva reputazione. Nessuno va volentieri in una zona in cui la gente muore per inquinamento.
Allora una domanda provocatoria: Crosetto ha detto che Taranto ha un porto brutto. D’altronde è davvero brutto, solo visivamente parlando, vedere i fumi del siderurgico invadere non solo il porto ma anche tutta la città.
Non mi ha appassionato quella discussione. Purtroppo c’è questo problema per cui io non proseguirei per questioni politiche