Procuratore Rossi: «Criminalità organizzata ha interferito con la democrazia»
Procuratore Roberto Rossi: «La criminalità organizzata ha interferito con la democrazia», in relazione all’operazione che ha portato all’arresto di Francesca Ferri, consigliera comunale di Bari per Italia Popolare e Nicola Canonico, imprenditore e presidente del Foggia calcio, in passato consigliere pugliese e comunale a Bari.
«Studiavano il meccanismo per la caduta delle amministrazioni anche con una minoranza di voti. È una criminalità organizzata che in qualche modo interferisce sulle modalità democratiche. Con l’applicazione della riforma Cartabia per questo tipo di reati, probabilmente non saremmo stati in grado di fare la stessa indagine perché saremmo stati costretti a comunicare agli indagati l’esistenza di questa inchiesta. Il fascicolo è del 2016 e non si è persa una singola giornata».
«In una intercettazione il capomafia con uno dei sottoposti discute della sua collocazione politica, e spiega di non essere nè di destra nè di sinistra ma che l’importante è fare affari. Il pericolo è enorme. Tutte le forze dell’ordine hanno collaborato con la Direzione Distrettuale Antimafia mettendo professionalità diverse con la loro lettura dei fatti».
Il procuratore aggiunto Luigi Giannella: «Questa ordinanza è il frutto di attività investigativa su due filoni, il primo antimafia e il secondo amministrativo che si è innestato. È stata riconosciuta dal gip l’esistenza sul territorio di Valenzano di una associazione di stampo mafioso guidata da Salvatore Buscemi che si è affiliato a Ottavio Di Cillo, uomo del clan Parisi di Bari. Il secondo filone investigativo riguarda due fenomeni che si sviluppano per tutto il 2019, partono dalle amministrative al Comune di Bari e arrivano a quelle di Valenzano, che aveva subito lo scioglimento per infiltrazione mafiosa. È stato accertato in relazione al Comune di Bari che sarebbe stata costituita una associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale per la selezione e il reclutamento degli elettori in cambio di denaro, dai 25 ai 50 euro, per una candidata di una lista civica poi eletta. L’associazione sarebbe stata promossa dal compagno convivente della candidata, anche lui arrestato in carcere, che risulta avere contatti con la criminalità organizzata, e di cui risulta far parte un noto imprenditore già consigliere comunale e regionale e oggi presidente del Foggia Calcio. Altri 7 soggetti avevano il ruolo di portatori di voti. La stessa coppia, consigliere comunale e il suo compagno, si è attivata per le elezioni comunali di Valenzano. In questo caso è accertata la compresenza del capo del clan di Valenzano. Per questo è stato riconosciuto dal gip lo scambio elettorale politico mafioso. Avrebbero avuto il ruolo di recuperare voti della malavita in cambio della promessa di utilità, tra cui la modifica del piano regolatore per rendere edificabili terreni del capoclan. In particolare questo impegno era stato garantito alla stessa coppia protagonista dei fatti relativi al Comune di Bari. Poche volte in Italia è stata riconosciuta la sussistenza del 416 ter come è avvenuto per l’indagine sul comune di Valenzano».