Focolaio al Moscati di Taranto. Dott. Pisconti: “Ecco cosa è accaduto”
La nostra testata è stata la prima a dare la notizia, ripresa stamani da tutte le altre testate sul focolaio di contagiati avvenuto all’Ospedale Moscati di Taranto nel reparto oncologia, molto probabilmente a causa di un paziente trasferito dal SS Annunziata che risultava negativo al tampone fatto il giorno prima.
Dopo pochi giorni, i contagiati nel reparto oncologico sono diventati sei, ma come ci ha spiegato il direttore del reparto Dott. Salvatore Pisconti, l’incubazione del virus può durare da due a dodici giorni.
Di tutti i ricoverati, in quel reparto di persone fragili, solo uno di loro era stato vaccinato e non per colpa dei medici del Moscati che comunque sta provvedendo alle vaccinazioni a tutti coloro che sono stati assistiti da quel reparto. Questa vicenda riapre la polemica su coloro ai quali è stata data la priorità, come ad esempio i dipendenti comunali di Martina Franca e al clero tarantino.
Abbiamo sentito in diretta sulla webtv di PugliaPress il direttore del reparto Oncologia dott. Salvatore Pisconti
Direttore ci vuol spiegare cosa è avvenuto?
Non solo al Moscati, ma in quasi tutti gli ospedali siamo in una situazione critica da circa un anno. il virus ci ha abituati ad avere delle sorprese che prima non conoscevamo. È un virus che ha una incubazione variabile, dai due ai dodici giorni. A queste si sono aggiunte le varianti. Perché questa premessa? Perché in un ospedale come il nostro entra solo chi ha fatto un tampone che deve risultare ovviamente negativo, cosa che è avvenuto per il paziente oncologico proveniente dal SS Annunziata e fatto trasferire dal collega della chirurgia che mi aveva comunicato che trattavasi di una caso oncologico abbastanza importante e, non potendo completare il percorso terapeutico, affidava a noi le cure del caso.
Ma a questo paziente è stato fatto il tampone quando è arrivato nel vostro reparto di oncologia?
Il tampone era stato fatto il giorno precedente con esito negativo. Il 15 il paziente è arrivato nella mia struttura di oncologia. Qui il numero di posti letto è di venti degenti. Con la pandemia li abbiamo ridotti a 18: tre per sei stanze. Non è mai stato completato il numero e c’è sempre stata distanza tra un posto ed un altro. Il paziente in questione era asintomatico. Ha sviluppato febbre dopo diversi giorni da quando era in cura nella struttura. Appena si è manifestata la febbre, abbiamo applicato tutte le precauzioni e le indagini del caso. Nell’arco di due giorni è stato trasportato nella zona grigia. Quando era qui è arriva la notizia della positività.
A questo punto come vi siete comportati?
“Come da protocollo. Abbiamo fatto i tamponi agli altri pazienti presenti nella sua stessa stanza che poi sono risultati anche positivi, mentre per altri l’esito è stato negativo. I quattro pazienti ricoverati in oncologia sono risultati negativi anche al 3 campione. Viene proseguita in consulenza l’attività diagnostica terapeutica oncologica ai pazienti neoplastici ricoverati momentaneamente in ambienti Covid”
E’ paventata anche una certa preoccupazione per il personale medico presente nel reparto
Tutti gli operatori sono stati tutti tamponati ed al momento risultano tutti negativi
Naturalmente tenendo presente che, come lei ha detto l’incubazione del virus può svilupparsi nei dodici giorni successivi a quando si è contratto
Tutti i sanitari fanno lo streaming giornaliero. Comunque continueremo le indagini di sorveglianza sanitaria. Dopo aver effettuato un secondo controllo tra i pazienti, sono state riscontrate altre tre positività dopo 72 ore. Quindi il totale ad oggi è di sei pazienti infetti. Gli altri rimasti verranno di nuovo tamponati nelle prossime ore. Purtroppo non esistono alternative al ricovero, se non quella della chiusura dei reparti. Noi abbiamo la stanza grigia che fa da filtro. Se un paziente arriva con urgenza e non si ha la possibilità di attendere il tampone, lo si fa alle persone presenti in quella stanza. Nel momento in cui il tampone è negativo è prassi assistere il paziente. Questo vale per tutti. Non è consentito l’accesso ai familiari che informiamo noi stessi sulla condizione dei loro congiunti.
Si può affermare con certezza che il paziente zero sia quello trasferito dal SS Annunziata?
Al momento non si conosce il paziente zero, perché non si hanno dati disponibili per accertarlo. Dei tre pazienti presenti in quella stanza, solo uno aveva fatto il faccino anche con il richiamo, nonostante questo si è positivizzato. Gli atri dovevano fare radioterapia, perciò non potevano vaccinarsi. Queste situazioni possono purtroppo capitare e non si possono evitare. L’alternativa sarebbe chiudere i reparti di oncologia, ma non si dovrebbero più curare gli ammalati.
Qui, dott. Pisconti, si riapre la polemica: persone fragili che dovevano essere vaccinate prima di altre categorie che rischiano la loro vita e si potrebbero potute salvare
Noi come reparto stiamo vaccinando, o meglio ci siamo assunti la responsabilità di vaccinare i pazienti oncologici. Ne sono stati vaccinati circa 1000 pazienti, alcuni di loro hanno già avuto il richiamo”.