TARANTO “SVEGLIATI AMORE MIO”
TARANTO “SVEGLIATI AMORE MIO”
Abbiamo assistito in molti , soprattutto Tarentini, alla fiction su Canale 5 che ha Sabrina Ferilli, come interprete principale. Riprendo questo argomento già trattato dal nostro giornale, dopo aver visionato la prima puntata. A parte le guance siliconate della Ferilli che non si possono proprio vedere, anche l’interpretazione ha lasciato qualche dubbio anzi più di qualche dubbio ma questo è un parere personale . Sul web ho letto pareri contrastanti per lo più negativi sia sulla recitazione ma anche sul periodo Covid che questa fiction al momento , intensamente drammatica, si poteva evitare per non affossare ulteriormente la psiche soprattutto dei Tarentini, duramente provati da contagi , zone rosse rafforzate e un economia completamente in ginocchio a Taranto più che in altre città. Il paesaggio che ne emerge è un chiaro richiamo ad un’epoca post atomica , tipo Mad Max, con una rassomiglianza incredibile ed efficace che richiama il disastro di Chernobyl. Amori adolescenziali disillusi, carriere usurpate dove non trionfa la meritocrazia ma la raccomandazione, la malattia di un’adolescente promessa del nuoto, affetta da una forma grave di leucemia che la costringe in rianimazione per diversi giorni, sono solo alcuni ingredienti del racconto. Al di sopra di tutti questi affanni umani , regna lui il “MOSTRO” , responsabile della distruzione del genere umano, non solo spiritualmente ma soprattutto fisicamente. Chiaro è il riferimento al rione Tamburi dove avvengono la maggior parte delle malattie tumorali, soprattutto nel sangue dei bambini, con un paesaggio tinto fortemente di rosso, colore della limatura ferrosa, prodotta insieme alla diossina ed ai metalli pesanti e che fanno apparire come un paesaggio Marziano. Anche il reparto di ematologia viene finemente raffigurato , dove mi è sembrato di intravedere l’attuale primario con l’ex compagna, anch’essa medico, già in crisi ed in odore di divorzio, come poi regolarmente avvenuto, storia che personalmente conosco molto bene . Il fallimento della recitazione , non mette però in ombra , la ricerca fatta dagli autori, nella fine descrizione dei personaggi e soprattutto della realtà sulle condizioni disastrose della fabbrica, dove per usufruire di maggiori introiti , si è fatta una manutenzione solo per tirare a campare ed avere una produzione esagerata , molto superiore a quella che il mostro poteva sopportare. In una civiltà , dove il profitto è stato messo al primo posto sull’uomo, questo è tutto regolare e facilmente digerito anche dai cittadini. Nella nostra bella città purtroppo non abbiamo solo l’ILVA ad inquinare ma anche l’ENI e la Marina Militare. Per queste due realtà , pochi si sono spesi in vere e proprie proteste . Forse per il fatto che sono due imprese Statali, si è messo sempre a tacere , tutto quello che queste fonti inquinanti hanno rappresentato e rappresentano per Taranto. Ultimamente per quanto riguarda l’ENI dopo vibranti proteste per Tempa Rossa (ulteriore processo di raffinazione del petrolio proveniente dalla Basilicata), che aggraverà il livello di inquinamento ,tutto si è sopito, passando nel dimenticatoio, in un popolo Tarentino che ha fatto, nei secoli, della distrazione e dell’oblio un baluardo. Forse avranno contribuito al silenzio , i tre milioni di euro stanziati dalla raffineria come risarcimento ambientale per lo stoccaggio del petrolio proveniente dall’oleodotto della Val D’Agri. Fatto sta che da ENI abbiamo sempre avuto misurazioni dell’inquinamento incomplete e tardive. E’ noto, poi, da parte della Marina Militare , l’inquinamento del I° seno di Mar Piccolo, ad opera di Solventi Organici Cianidrici , riversati in mare , contenuti negli sverniciatori per la pittura delle navi. A questo partecipò anche la demolizione di alcune caserme dell’Aeronautica Militare i cui tetti erano in AMIANTO. Tutto ciò non di poco conto , in quanto hanno contribuito alla distruzione della coltura di mitili , di cui , senza esagerare , eravamo i primi al mondo , soprattutto per qualità del frutto. Mi indigna, assistere alla pubblicità delle cozze Nieddittas , prodotte in Sardegna e soprattutto dei filmati sulle cozze di Chioggia allevate in acqua stantia , simil paludosa, quando, ripeto, eravamo i numeri uno assoluti non solo in Italia.
Una domanda credo venga spontanea e cioè, come mai la nostra bellissima Città, ha dovuto sopportare ed assistere inerme a questo neanche lento degrado e declino ? Molteplici a mio avviso sono i fattori che si sono succeduti nel tempo sin dall’inizio degli anni ’60, quando una politica miope e forse anche corrotta , decise di trasformare questa perla del mediterraneo in una città industriale, scelta questa che si è rivelata diabolica e fortemente perdente. Erano gli anni del boom economico e della poca attenzione sull’ecologia , che insieme alla mancanza totale di una programmazione di sviluppo hanno portato ai giorni nostri. Pasolini nei sui viaggi di conoscenza del territorio, descrisse Taranto come una città a misura d’uomo con un anello, rappresentato dal ponte girevole , con incastonati due diamanti : Mar piccolo e Mar grande. Credo che nessun esempio , possa esprimere la bellezza che svanisce nel tempo , proprio come in una bella donna. Sicuramente le è rimasto il fascino ma devastato da una quantità di rughe, macchie scure e pelle non più tonica , afflosciata, segni del tempo che scorre male .Credo inoltre , cosa che non è stata mai detta, che la nostra città , rientri in un disegno Governativo come OBIETTIVO SENSIBILE DI INTERESSE NAZIONALE . Proprio per questo nel ’64 si diede il via , come se non bastasse, alla costruzione dello stabilimento dell’ENI.
Alla luce di quanto esposto, seppur a grandi linee, per far a meno di tediarvi, appare evidente come questa città si morda la coda senza avere la benchè minima possibilità di arrestare questo circolo vizioso che porta inevitabilmente sempre più al degrado ed all’abbandono e relative scelte sbagliate , in primis , quelle degli amministratori, scelti sempre in chiave assistenzialistica con i voti clientelari, di scambio e della malavita. Quest’ultima dicono di importazione dalla Calabria e che si sta comprando una marea di esercizi chiusi , complice anche la crisi economica del 2008 mai finita ed ora aggravata dal Covid e dalla globalizzazione soprattutto Cinese. Una fiction può scatenare queste considerazioni ? Se ne stiamo parlando e voi leggendo , certamente si !
TARANTO, SVEGLIATI AMORE MIO !
Giuseppe Varlaro