RSA Ostuni, internalizzazione dall’1 ottobre ma non per tutti: alcuni dipendenti perderanno il lavoro

Approvata la delibera regionale che dà mandato all’ASL di Brindisi di internalizzare il personale dipendente della cooperativa Medihospes che gestiva finora, in regime di convenzione, la Residenza Socio-Assistenziale sita a Ostuni in contrada “Trappeto del Monte”, non si placano le polemiche attorno alla questione.
Se infatti per il Consigliere regionale e assessore al Bilancio, Fabiano Amati, tale internalizzazione rappresenta “vittoria della legge e della sanità pubblica”, c’è chi, nel suo stesso schieramento politico, la pensa esattamente all’opposto, parlando di un mezzo disastro, in parte per i maggiori oneri per la sanità regionale che questa internalizzazione comporterà, a detrimento di altre priorità dell’ambito sanitario della provincia di Brindisi, e in parte perché tale processo lascerà fuori alcuni dipendenti.
C’è inoltre un altro punto da sottolineare: l’assunzione avverrà per il momento sotto forma di contratto a tempo determinato, poiché amministrativi e sanitari dovranno comunque poi superare una prova selettiva di ammissione, per poter essere assunti a tempo indeterminato.
Il Consigliere regionale del PD ed ex Sindaco di Francavilla Fontana, Maurizio Bruno, così come l’altro Consigliere del PD Tommaso Gioia, entrambi per altro molto vicini a Michele Emiliano, sottolineano come siano fortemente a rischio due se non tutti e quattro i posti degli educatori, per mancanza di titolo di studio idoneo tale da assicurare loro l’assunzione diretta nel settore pubblico, mentre sul fronte degli addetti alle pulizie ed al servizio ristorazione l’ASL di Brindisi avrebbe proposto il transito nelle aziende dell’appalto ma con un contratto part-time, a fronte di quello a tempo pieno del quale essi godono attualmente.
Particolarmente delicata risulta la questione relativa ai titoli accademici dei quali gli educatori professionali devono essere in possesso per essere assunti dall’ASL. Sulla questione, Fabiano Amati si mostra coerente con la sua professione di prevalenza del diritto pubblico: non è possibile, in alcun modo, derogare rispetto a quanto statuito dalle leggi in materia.
Maurizio Bruno, invece, sul punto ha dichiarato: “E’ davvero sconfortante vedere come decisioni politiche che hanno a che vedere con la vita, il lavoro, la dignità delle persone, vengano prese con tanta leggerezza, approssimazione e fretta.
E per chi? Per cosa?
L’unico mio auspicio, a danno ormai fatto, è che per quei quattro educatori sia individuata una soluzione “politica” che valorizzi tutta l’esperienza trascorsa, che vale senza dubbio più di qualche cavillo burocratico o politico”.




