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Mala movida: il Comune di Bari rifiuta la negoziazione assistita proposta dai residenti del quartiere Umbertino

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Dopo un’attenta valutazione della questione, e dopo aver ascoltato il parere dei propri legali, il Comune di Bari ha rifiutato di sottoscrivere la negoziazione assistita propostagli da una ventina di cittadini residenti nel quartiere Umbertino, zona centrale della movida del Capoluogo regionale.

Su suggerimento di un loro legale, con questo istituto giuridico, sostanzialmente, i cittadini in questione chiedevano di essere risarciti con una cifra appena inferiore ai 50 mila euro a testa (oltre la quale non è possibile andare) per quanto da loro sopportato a causa del fatto di avere la propria abitazione nelle strade in cui sono concentrati moltissimi locali notturni, assai frequentati dai giovani baresi.

Esasperati da nottate insonni, passate ad ascoltare schiamazzi continui, musica ad alto volume, sparata anche dagli stereo delle automobili per la verità, strombazzare di clacson, ma anche da quello che questa concentrazione di locali significa in termini di degrado urbano, di marciapiedi sporchi di ogni genere di rifiuto, anche fisiologico, anche della semplice difficoltà di trovare parcheggi nelle ore serali, questi cittadini avevano cercato la via dell’accordo, ritenendo oggettivamente di aver patito inoppugnabili danni materiali e morali.

Tutto ciò che ben conoscono loro malgrado, insomma, i residenti in ogni altra area affollata da locali notturni di qualsiasi città o località interessata dal fenomeno. Tanto è vero che in ognuna di esse le amministrazioni comunali sono continuamente tirate per la giacca, ora da comitati dai residenti, ora dai titolari dei locali notturni, per trovare soluzioni che senza sacrificare gli interessi economici di questi ultimi non sacrifichino però il diritto al riposo notturno dei residenti. Anzi, è frequente che questa tensione arrivi a punti di rottura, con atti d’insofferenza plateali veri e propri che si trasformano in lanci di secchiate d’acqua dall’alto di qualche terrazzo condominiale, o di chiamate alla Polizia.

L’Amministrazione guidata da Vito Leccese, tuttavia, di non avere colpe specifiche per la situazione creatasi, di non poterne risponderne direttamente, e ha quindi rifiutato di chiudere la diatriba versando il risarcimento richiesto dal gruppo di cittadini, ai quali ora spetterà l’eventuale contromossa.

Va detto che vari sono stati gli incontri tenutisi in Comune per discutere della faccenda, diversi i provvedimenti assunti per addivenire ad una più serena convivenza fra le parti in causa, ma senza evidentemente giungere a risultati soddisfacenti agli occhi di questo gruppo di famiglie. La densità di locali concentrati in una sola zona residenziale, è chiaramente il problema alla base di tutto.

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