Accertamenti sul computer di Julie, la studentessa Erasmus morta a Lecce nel 2023

Archiviare definitivamente il caso come suicidio oppure tenerlo aperto, qualora dall’esame del materiale contenuto nel computer di Julie emergessero indizi significativi a carico di quello che resta il solo indagato, un suo coetaneo di Ceglie Messapica conosciuto a Lecce, o di chiunque altro.
Questa la decisione della Procura di Lecce, la quale ha incaricato l’ingegnere informatico Giovanni Leo di esaminare minuziosamente mail, e ogni altro documento contenuto nel computer della giovane studentessa universitaria francese, a Lecce per il progetto Erasmus, trovata morta nello studentato di via Pappacoda, nell’ottobre del 2023.
Occorre ricordare come Julie si fosse recato in ospedale il giorno precedente alla sua morte, per farsi visitare a seguito di un’asserita violenza sessuale subita, che però non volle formalizzare in una formale denuncia a carico di alcuno. Tuttavia, una lettera lasciata dalla giovane prima di compiere il presumibile gesto estremo, faceva riferimento agli enormi danni psicologici arrecateli da uno stupro subito.
Indagato per istigazione al suicidio e per violenza sessuale risulta al momento tuttora un suo coetaneo, studente anch’egli presso l’Università di Lecce, che aveva conosciuto Julie e con la quale, ha dichiarato, c’era stato sì un rapporto intimo ma del tutto consenziente.
Oltre alla perizia informatica, sono stati svolti diversi accertamenti nell’appartamento che ospitava la giovane e in cui fu trovata morta. Un caso che ricorda moltissimo nella sua dinamica la morte di Patrizia Nettis, giornalista ed addetta stampa del Comune di Fasano, avvenuta nel giugno di quello stesso anno.
Due casi nei quali il suicidio sembra, alle rispettive famiglie, un peso inspiegabile, troppo grande da portare e che aggiunge tragedia alla tragedia della perdita, oppure, pur concedendolo nel novero delle possibilità, un gesto che richieda l’approfondimento, e l’eventuale rinvenimento, di responsabilità poste a monte.




