Radici del Sud 2024, i vitigni della Puglia incontrano la Sardegna

Radici del Sud 2024, i vitigni della Puglia incontrano la Sardegna: Il Cannonau e Il Primitivo Una intensa mattinata con giornalisti ospiti ed operatori di settore, master of wine nazionali che riflettono l’immagine di una sistema produttivo del Sud radicato nei suoi territori e capace di competere con i nuovi palati dei mercati internazionali.
Spedito e partecipato il calendario che ha inaugurato nel suggestivo Chiostro comunale di Palazzo San Domenico sabato 2 marzo dalle 11:00 alle 22:30, l’evento “Storie antiche di due vitigni del Sud: il Cannonau e il Primitivo” di Radici del Sud 2024, un calendario fitto e diffuso tra vigne e cantina delle aziende che hanno aderito al Consorzio della Mozzarella di Gioia del Colle, grazie al patrocinio del Comune di Gioia del Colle.
I produttori del Nepente di Oliena e i produttori del Consorzio del Primitivo di Gioia del Colle, si sono confrontati attraverso due masterclass e conferenze di due territori e due vitigni del Sud, guidati da esperti del settore, ricercatori e dagli stessi produttori del Consorzio del Primitivo di Gioia del Colle e di ASCOS, Associazione Produttori del Nepente e del Vino di Oliena.
La Puglia e la Sardegna, rappresentata da due antichissimi vitigni apprezzati a livello nazionale ed internazionale. Due vitigni del Sud antichissimi in due territori molto vocati, con produzioni agricole sostenibili, che conferiscono aromi di intensità straordinaria.
Storie di famiglia e di territorio, vignaioli di tradizione e giovani produttori, biodiversità. Non c’è solo il vino a doversi raccontare nelle degustazioni tecniche, in occasione del racconto delle Storie antiche di due vitigni del Sud: il Cannonau e il Primitivo 2024.
Il 2 marzo il Chiostro del Palazzo Municipale di Gioia del Colle, si è trasformato in una grande aula di degustazione, che ha accolto il giornalista Maurizio Valeriani, grande narratore dell’enogastronomia meridionale, direttore della testata Vinodabere.it che ha spiegato: “Primitivo di Gioia del Colle vs Cannonau di Sardegna Nepente di Oliena, un confronto ormai per nulla azzardato, dato che i due areali hanno raggiunto modelli di eleganza inimmaginabili fino a dieci o quindici anni fa.
La carica alcolica dei vini di queste zone e la maturità del frutto risultano ormai ottimamente bilanciate da freschezza e sapidità. L’altitudine delle vigne, superiore alle rispettive medie regionali delle aree vitate, in entrambi i casi gioca un ruolo determinante nella produzione di vini equilibrati”.
Maurizio Valeriani ha approfondito gli aspetti di due territori del vino, (pugliese e sardo), tra i più straordinari per esperienze produttive, storicità e narrazioni, per valorizzare una tradizione enologica che ha radici profonde con il territorio e l’offerta enologica del Sud Italia.
Sono intervenuti: Nicola Campanile direttore Radici del Sud, Luigi Tarricone ricercatore presso Crea centro di ricerca viticultura ed enologia, Giuseppe Barretta, wine teller, Nicola Chiaromonte, produttore e Presidente del Consorzio di tutela del Primitivo di Gioia del Colle, Tonino Arcadu, produttore, ricercatore, professore di chimica, Bastiano Pugioni produttore e presidente Associazione Ascos di Oliena.
Storie antiche di due vitigni del Sud: il Cannonau e il Primitivo occasione straordinaria per far conoscere ad appassionati e specialisti del settore, l’areale di produzione, con l’obiettivo di far sempre più accendere i riflettori della stampa nazionale su due terre meravigliose e multiformi, dalle radici antiche e dai paesaggi contrastanti, dove le vigne disegnano un paesaggio unico.
Radici del Sud è una forte occasione di coinvolgimento per le cantine e i produttori che possono parlare al grande pubblico di wine lovers e turisti, promuovendo eventi diffusi sul territorio, aprendo le aziende alle visite e alle degustazioni, territori che sanno esprimere il carattere dell’accoglienza e della forza produttiva dei vini del Sud.
Il vino Made in Sud (Puglia e Sardegna) piace anche ai mercati stranieri e, questo dà il peso di come in pochi anni la Puglia, ha saputo invertire la rotta generando aziende e vini che possono non solo competere, ma anche diventare riferimento per il mercato.
Non è tanto il medagliere ad essere importante, quanto il valore che questo riconsegna, per i produttori e il mondo vitivinicolo regionale.
Gli estimatori di vini hanno trovato all’interno del Chiostro produttori di vini con la loro gamma di prodotti e, in un apposito spazio un’area food.
Radici del Sud un vento che si svolge attraverso un’Italia fatta intorno al vino, ai vignaioli, all’evoluzione dell’enologia, al rapporto stretto tra produttori e territorio.
La storia frutto di tante storie che si intrecciano in maniera naturale nell’evento che ha presentato i vini pugliesi e sardi, dalle quali emergono, splendidi, i vitigni autoctoni meritevoli di ancora maggiori riconoscimenti.
Un differente angolo visuale attraverso il quale imparare a conoscere ed apprezzare una Nazione, che ha voglia di riscatto guardando in maniera orgogliosa e consapevole nel meglio della propria tradizione millenaria.
Una visione d’assieme di un sistema meritevole di essere conosciuto per qualità, eccellenza della produzione, varietà e completezza di offerta.
Storie di uomini, di luoghi e di uve. Casi di unione indissolubile, felice ed aperta al futuro, una carta d’identità del territorio, una presa di coscienza del patrimonio italiano in tema di vitivinicoltura, di ricchezza di esperienze positive che potrebbero dare valore aggiunto alla nostra terra.
Lo sguardo d’assieme che viene fuori dall’evento, è una foto nitida e completa di quanto gli italiani di buona volontà e di passione genuina, abbiano fatto e stiano facendo da qualche anno, per valorizzare la loro terra onorando il dio per eccellenza, quello che ci regala un bel bicchiere di rosso o di bianco che soddisfa i nostri cinque sensi e ci rende felici, specie se lo beviamo in compagnia.
Un evento che esalta il rapporto meraviglioso tra territorio e vini, che celebra la bellezza in sé delle vigne e dei nostri paesaggi.
Poche cose sanno identificarsi in un territorio come il vino. Cultura, tradizioni, costumi, storia diventano un tutt’uno e, sorso dopo sorso, si aprono al racconto per chi è pronto ad ascoltare ed a meditare, magari socchiudendo gli occhi.
Di questo sono testimoni i vini d’Italia, insieme all’impegno faticoso del contadino, alla passione del viticultore, alla mano attenta dell’enologo ed alle cure premurose in cantina fino al momento della maturazione.
La riscoperta e la valorizzazione dei vitigni autoctoni può garantire all’enologia italiana grandi soddisfazioni ed il raggiungimento di traguardi internazionali altrimenti non immaginabili.
Nel mercato globale vince chi riesce ad offrire qualcosa di diverso, meglio se è unico ed inimitabile. Ecco perché i viticultori italiani debbono continuare in questo sforzo con sempre maggiore convinzione, pur se necessitano di stimoli e sostegni adeguati.
È necessario che ci sia sempre maggiore sinergia istituzionale, indirizzata alla valorizzazione delle eccellenze pugliesi.
