Il sindaco di Erchie rassegna le dimissioni dopo il terremoto amministrativo sulla sua giunta comunale.
Preso atto che il tribunale del Riesame ha opposto il suo diniego rispetto alla richiesta di revoca degli arresti domiciliari, il sindaco di Erchie Pasquale Nicolì ha rassegnato le dimissioni con un lungo comunicato alla cittadinanza. Si apriranno quindi le porte, dopo un breve periodo di commissariamento, per il ritorno alle urne nel Comune brindisino posto ai confini con la provincia di Taranto.
Del resto fu un vero e proprio terremoto giudiziario quello che coinvolse, poco meno di un mese fa, l’amministrazione ercolana: assieme al sindaco furono infatti disposti gli arresti domiciliari per l’assessore Vito Oronzo Bernardi ed il divieto di dimora in Erchie per l’assessore Pamela Melechì mentre, a piede libero risultano indagati un’altra assessore, Lina Ferrari, ed i funzionari Giuseppe Polito e Ciriaco Ciro Pasquale.
Le tantissime ipotesi di reato per le quali sono indagati dalla Procura brindisina riguardano infatti ipotesi di vari illeciti amministrativi (dal concorso in concussione, all’abuso d’ufficio, dagli atti persecutori al concorso in falsità ideologica, dalla raccolta e abbandono di rifiuti non speciali alla violenza sessuale, attribuita all’assessore Bernardi per le attenzioni espresse nei confronti di una giovane che svolgeva il Servizio civile), giunte sulle scrivanie degli organi inquirenti in seguito a denunce fatte da dipendenti comunali e da esponenti dell’opposizione.
Una gestione privatistica del potere espressasi in attività di mobbing nei confronti di alcuni dipendenti dell’amministrazione o di candidati a diventarlo, come dimostra l’episodio che riguarda la possibile assunzione di un geometra, per trasferimento da altro Comune, che avrebbe avuto però la colpa di essersi presentato alle precedenti elezioni con lo schieramento opposto. Da qui l’indicazione, fornita dal sindaco Nicolì e dall’assessore Melechì, nei confronti del responsabile dell’Ufficio Tecnico Pasquale, che avrebbe dovuto esaminarne le competenze, a sottoporlo ad una prova contenente quesiti non legati alle mansioni che il geometra avrebbe dovuto espletare, così da metterlo in difficoltà.