Scandalo al cimitero di Taranto: arresti e indagati tra dipendenti comunali e necrofori | NOMI

Nelle prime ore di giovedì 28 dicembre, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza emessa dal GIP presso il Tribunale di Taranto, su richiesta della Procura di Taranto, coinvolgendo 8 indagati nell’operazione denominata “Golden System”.
Tra gli arrestati spicca Giuseppe Cristello, necroforo del cimitero San Brunone, mentre ai domiciliari sono finiti i dipendenti comunali Tiziano Scialpi e Vito Giannini, insieme all’ex amministratore di fatto della società cooperativa “Kratos” Francesco Alfeo e ad Antonio Sansone, Cataldo Forte, Giuseppe Ligorio e Valter Pernisco.
L’indagine, avviata nell’aprile del 2021 a seguito di un incendio nei pressi del cimitero San Brunone, ha rivelato presunte malversazioni nei servizi cimiteriali gestiti da una società cooperativa per conto del Comune di Taranto. Le accuse spaziano dalla turbata libertà degli incanti alla corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.
Il direttore generale del Comune, Carmine Pisano, e il comandante della Polizia Locale, Michele Matichecchia, risultano indagati, ma il GIP ha respinto la richiesta di arresti domiciliari. L’inchiesta ha svelato un presunto intreccio criminale tra dipendenti comunali e membri della società cooperativa, con l’obiettivo di favorire illecitamente quest’ultima nella gestione dei servizi cimiteriali, del valore di circa 7 milioni di euro.
Le indagini hanno evidenziato manipolazioni nei punteggi delle offerte tecniche e altre azioni volte a favorire la cooperativa sociale, in cambio di presunte tangenti. Si ipotizza anche l’esistenza di un’associazione per delinquere, composta da necrofori, che avrebbe commesso estorsioni e concussioni ai danni degli utenti dei cimiteri di Taranto.
Il gruppo dei necrofori avrebbe ottenuto somme dai familiari dei defunti, variabili da 100 a 250 euro, per ogni procedura di tumulazione o estumulazione. La Procura ha chiesto misure cautelari, ottenendo custodie in carcere per uno degli indagati, arresti domiciliari per altri 7 e divieti di esercizio per l’amministratrice della “Kratos”. Inoltre, un dipendente comunale è sospeso per 12 mesi dall’esercizio di facoltà inerenti il pubblico ufficio.
L’indagine rivela uno sconcertante “spaccato criminale”, in cui la fiducia e il dolore delle persone vengono sfruttati. Resta ferma la presunzione d’innocenza per tutti gli indagati, in attesa del passaggio in giudicato della sentenza.