Basell Brindisi: da domani sarà cassa integrazione per 46 lavoratori
Un guasto tecnico del P9T, uno dei due impianti che la multinazionale olandese Lyondell Basell che produce resine di polipropilene detiene all’interno del polo industriale della chimica nell’area a sud di Brindisi, ha posto fine, con 48 ore di anticipo, al rapporto lavorativo fra l’azienda e 46 dei 135 impiegati che complessivamente essa ha nel capoluogo adriatico. Per quei 46 infatti era già stabilito che, a partire dal 29 dicembre, avrebbero dovuto valutare una fra le possibilità a loro prospettate da tempo: cassa integrazione, con eventuale accompagnamento alla pensione o pensionamento diretto per i lavoratori che abbiano già raggiunto un numero sufficiente di anni oppure accettare il trasferimento nella sede di Ferrara, l’altro impianto che questa multinazionale porta avanti in Italia.
La vertenza relativa al destino di questi lavoratori è al centro delle attenzioni della politica locale e dei sindacati dallo scorso settembre, quando uno dei suoi massimi rappresentanti, Jim Guilfoyle, aveva annunciato che il P9T andava inderogabilmente verso la fine dell’attività inquanto trattasi di impianto usurato, adombrando tuttavia scenari foschi per tutto l’insediamento brindisino, poiché operante in un ambito di mercato che pone all’azienda poche prospettive di redditività.
Il rapporto fra Brindisi ed il comparto della chimica è notoriamente assai contraddittorio, come tutte le vicende industriali che hanno visto città del sud accogliere insediamenti scomodi sia dal punto di vista dell’impatto ambientale sia per la precaria sicurezza garantita ai lavoratori impiegati, ma che rappresentavano un’alternativa occupazionale importante rispetto al destino dell’abbandono del territorio e del suo spopolamento, che di fatto è stato solo rimandato, come i dati ISTAT mettono in rilievo puntualmente. Periodici sono le situazioni di allerta in qualcuno degli impianti di Eni Versalis, con l’accensione dell’ormai diventata celebre torcia, che con le sue sfiammate rappresenta un sistema di allarme su qualche malfunzionamento del sistema. Indimenticabile, nella sua tragicità, l’evento verificatosi l’8 dicembre del 1977, quando il reparto P2T della Montedison esplose, provocando 3 morti, una cinquantina di feriti e ingenti danni fin nel centro città, tanto a seguito dell’onda d’urto quanto delle emissioni altamente nocivo che lo raggiunsero.