Chi si sente offeso dal presepe?
Nelle ore che precedono la Natività, diamo conto di una polemica di questi giorni, nata a seguito di una proposta di legge presentata in Senato da Fratelli d’Italia, volta ad impedire che nelle scuole italiane, di ogni ordine e grado, possa essere vietato l’allestimento del presepe o di altra installazione o, in generale, di spettacolo legato alla religione Cristiana, al fine di non discriminare indirettamente persone praticanti altro credo religioso. Di conseguenza, secondo gli ideatori della proposta, sarebbe passibile di sanzione disciplinare quel dirigente scolastico che ponga un veto di questo tipo rispetto all’allestimento dei tradizionali simboli legati, in particolar modo, al Natale.
A denunciare l’inopportunità della proposta esponenti dell’opposizione, come Nicola Fratoianni, secondo il quale il governo si occupa di cose di nessuna importanza per non dover dar conto del “carovita” e dei veri problemi della scuola, ma anche addetti ai lavori, come Attilio Fratta, presidente dell’associazione dei presidi DirigentiScuola, sulla stessa lunghezza d’onda di Fratoianni e Antonello Giannelli, presidente nazionale dell’Associazione dei dirigenti scolastici per il quale, pur tenendo conto del peso e dell’importanza delle tradizioni, imporre obblighi sarebbe fuori luogo e anacronistico.
Qualcuno saprà forse, o ricorderà, come ci sia stato chi, recentemente, ha tirato fuori l’idea stravagante di sostituire il nome del Natale con quello di “Festa dell’Inverno” (sic!) in omaggio al cosiddetto politicamente corretto, un atteggiamento che recentemente ha partorito pure l’idea, altrettanto ridicola, di fare ricorso all’asterisco con l’idea non solo di consentire, alle persone bisessuali o che si sentano di genere “indefinito”, di non sentirsi discriminate nel dover dichiarare la loro appartenenza nel tradizionale codice binario, ma anche di lasciare a tutti gli individui, uomini o donne che siano, la possibilità di ripensarsi in futuro in merito alle rispettive identità. E questi tentativi, lo precisiamo, puntano proprio nelle scuole, fin dalla materna, a trovare una qualche forma di radicamento. Le stesse scuole che, a proposito del presepe, avrebbero invece ben altro di più importante di cui occuparsi…
Ma torniamo alla domanda iniziale: c’è qualcuno, ateo, musulmano, induista, buddista o di qualsiasi altra espressione spirituale, la cui sensibilità può sentirsi offesa dalla vista di un presepe o di un albero di Natale? Chi scrive, sentendosi e definendosi agnostico, intende anche, se non soprattutto, esprimere in questo modo fede, e pratica, verso la più estrema tolleranza. La discussione è aperta.