Baby gang in azione, l’allarme della SPI CGIL

Il fenomeno delle baby gang continua a crescere inesorabilmente a Taranto, suscitando gravi preoccupazioni tra i cittadini. L’ultimo episodio ha avuto luogo nel quartiere Tamburi, dove una anziana signora, infastidita da un gruppo di minorenni, ha reagito con disperazione. Una situazione che avrebbe potuto avere esiti tragici per entrambe le parti coinvolte. È necessario un immediato sforzo di coordinamento tra le istituzioni e le agenzie sociali del territorio, poiché anziani e giovani sono entrambi a rischio.
A lanciare un grido d’allarme è Paolo Peluso, Segretario Generale dello SPI CGIL di Taranto, che ha raccolto le segnalazioni di tutti i presidi del sindacato dei pensionati sul territorio. Secondo Peluso, la situazione a Tamburi è esplosiva ma non va circoscritta a un singolo quartiere o a una specifica estrazione sociale. I giovani della città stanno vivendo un grave disagio, un fenomeno che non coinvolge solo situazioni di marginalità o legami con ambienti criminali, ma anche giovani provenienti da famiglie benestanti, motivati non da scopi economici ma da violenza gratuita: bullismo e percosse.
In un incontro istituzionale con l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Taranto, Gabriella Ficocelli, lo SPI CGIL ha sottolineato il problema. Nonostante manchino statistiche giudiziarie, spesso gli anziani stessi temono di denunciare questi atti di violenza. Tuttavia, è evidente che c’è qualcosa che non funziona e che si tratta di una responsabilità collettiva che coinvolge tutti i livelli di intervento possibili: famiglie, scuola, chiesa, istituzioni e forze dell’ordine.
Nei prossimi giorni lo SPI CGIL avvierà un appello per un coordinamento di tutte le forze coinvolte al fine di identificare nuove azioni mirate e sviluppare politiche sociali integrate che promuovano una migliore relazione tra le generazioni, evitando che si creino divisioni tra vittime e carnefici.
Il fenomeno delle baby gang non può essere ignorato e richiede un impegno congiunto da parte di tutta la comunità. Solo attraverso una risposta collettiva possiamo sperare di arrestare questa pericolosa escalation.