Valle d'Itria

Martina Franca: il paradiso dei cantieri IN-finiti

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Martina Franca: il paradiso dei cantieri IN-finiti

La città che non finisce mai

Martina Franca è una splendida cittadina pugliese, famosa per il suo centro storico barocco e per la sua posizione strategica tra le province di Taranto, Brindisi e Bari.

Ma è anche la città dei cantieri in-finiti, dove ogni progetto sembra essere una missione impossibile.

Vediamo alcuni esempi di questa situazione caotica e disorganizzata

  • Le strade sono diventate dei sentieri polverosi, nonostante i 1,3 milioni di euro stanziati StradaXStrada per il loro rifacimento;
  • La 172 è una via di arrivo o di fuga da evitare;
  • Corso Messapia è un deserto commerciale, con le attività costrette a chiudere per i ritardi e i cambiamenti dei lavori;
  • Il Pergolo è un’opera incompiuta, che non riesce a decollare da anni, lotto 1 lotto 2 lotto 1021;
  • L’area sanità è una giungla incolta, dove non si vede l’ombra di una clinica o di un parcheggio;
  • La fibra ottica è un sogno lontano, mentre si continuano a scavare solchi e a stendere pseudo asfalti, ma la velocità resta limitata a pochi;
  • AQP mette e toglie tubi a caso, senza una logica apparente;
  • La stazione ferroviaria si allaga ad ogni pioggia, rendendo impossibile il transito;
  • La zona del Carmine è stretta in un imbuto, con lo sfratto dall’ex convento che languisce in attesa dei lavori per l’ITS Moda;
  • La zona industriale è isolata dal resto della città, senza collegamenti adeguati e servizi essenziali;

Il resto non è da meno

Ma non finisce qui. Martina Franca ha ancora tante altre opere in sospeso o da realizzare, che rendono la vita dei suoi abitanti un incubo quotidiano.

Ecco alcune delle più eclatanti:

  • L’agro: servizi e disservizi fate voi..;
  • La circonvallazione è un mistero irrisolto, nessuno sa dove sia e quando sarà terminata;
  • Le raccolte delle acque sono inefficienti e disperse, costringendo poi a innaffiare con l’acqua potabile a pagamento;
  • L’illuminazione pubblica è scarsa e intermittente, e le antiche lanterne sono ancora sepolte nella sabbia;
  • Il centro storico ha bisogno di una ripavimentazione urgente, come in piazza Crispi;
  • Il Palazzetto dello Sport necessita di un restyling e l’hotel Castello ci guarda e ci chiede: che facciamo?
  • In via Alberobello c’è il monumentale ponte piccolo, che non serve a nulla e ingombra lo spazio;
  • In via Mottola crescono gli alberi di fragno a ridosso della carreggiata, ostacolando la visibilità e la sicurezza;
  • Ad Ortolini parco naturale, polmone più vocino alla città si allarga la zona spazzatura;
  • boschi privi di una pulizia antincendio;
  • L’ex stazione ippica resta chiusa e abbandonata al degrado;
  • Non c’è nessun progetto per un auditorium per la musica di genere;
  • Mentre il capannone fiera non fa fiere e necessita di lavori;
  • Il polo tessile settoriale necessita d’identità e lavori;
  • i marciapiedi che si fanno uno al mese e a volte si rifanno;
  • L’ex macello è un macello;
  • , il cavalcaferrovia resta non pedonale e dopo la lavata di faccia, il nulla per plinti;
  • i parchi giochi sono sempre meno giochi e pericolosi con una bambina investita martedì scorso;
  • Le scuole per bambini sono prive della manutenzione ordinaria;

così come:

  • la villa Garibaldi è un oggetto oscuro;
  • l’illuminazione di via Taranto non lascia il passaggio nemmeno ad una mamma con carrozzino;
  • Gli unici semafori in città si accendono secondo la ritmica “allegria”, creando confusione e disagio;

… ma il problema è: la musica nelle vie del centro videoregitrato alle 23 di sera, manco fossero le 04 del mattino, certo è comprensibile la rabbia di chi, si deve alzarsi alle 05 del mattino, per recuperare l’auto lasciata in quale posto tra un blu abbonato e un bianco sbiadito.

Nel frattempo qualcuno serva un tris e uno spriz ai muretti dell’orto del duca, c’è molto affanno, il caldo e le idee si appesantiscono, è arrivata l’estate, chissà se anche quest’anno qualcuno non andrà in vacanza ed ad altri invece ridategli la piscina, che comunque non è un bel gesto.

Certo che a quei prezzi, nemmeno casa si ristrutturava.

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