Ergastolano sferra un pugno e manda in ospedale un agente, momenti di panico al Magli di Taranto
Purtroppo il Carcere di Taranto continua a rimanere sulla cronaca nera a causa di situazioni gravi che sembrano non finire mai.
A nemmeno di una settimana dagli ultimi eventi critici che hanno registrato la morte di due detenuti (uno suicidatosi e l’altro morto per arresto cardiaco), ed il tentativo di sequestro di una dottoressa ed una psichiatra da parte di due detenuti “pazzi” muniti di lametta per la barba, un gravissimo evento accaduto questa mattina che ha avuto come sfortunato attore un assistente capo della polizia penitenziaria.
Il grave episodio e’ avvenuto al secondo piano jonio (nuovo padiglione) ,dove un detenuto napoletano di circa 50 anni , con fine pena mai (ergastolano), già resosi responsabile di numerose aggressioni ed altro in altri penitenziari della nazione, senza alcun motivo ha colpito brutalmente al volto un poliziotto penitenziario che, prima di cadere a terra è riuscito a dare l’allarme attraverso la radio portatile in suo possesso.
All’arrivo i rinforzi si sono trovati il poliziotti a riverso per terra con il sangue che usciva copiosamente del viso.
Lo stesso è stato subito soccorso e portato infermeria per essere poi accompagnato presso il locale nosocomio ove si trova tuttora, per verificare i danni prodotti dall’aggressione del detenuto.
“Il SAPPE ritiene che la colpa di ciò – afferma il segretario Federico Pilagatti – sia dei vertici del DAP per due motivi: 1-perché non ha applicato al detenuto in questione nonostante i vari eventi critici provocati in giro per le carceri della nazione, l’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario (possono essere sottoposti a regime di sorveglianza i condannati, gli internati e gli imputati che con i loro comportamenti compromettono la sicurezza ovvero turbano l’ordine negli istituti) invece di lasciarlo circolare tranquillamente a compiere atti criminali che non incidono certo sulla situazione carcerario visto che è ergastolano?; 2- perché nonostante le varie sollecitazioni suffragate dai numeri non ha ancora inviato personale sufficiente a Taranto, nonchè sfollato il carcere?
Come mai se accadano eventi critici in una città vengono subito inviati rinforzi, mentre per le carceri tutti mettono la testa sotto la sabbia?
La scorsa settimana il SAPPE aveva previsto che presto avremmo parlato di un grave episodio di sangue cosa che è puntualmente accaduta, tra il disinteresse delle autorità che , a nostro parere, sarebbero potute intervenire, parliamo della magistratura di Taranto a cui nel mese di settembre abbiamo consegnato un dossier in cui elenchiamo le inadempienze del DAP e del Ministro della Giustizia, nonché del Prefetto
Ci siamo rivolti al prefetto quale responsabile dell’ordine e della sicurezza pubblica, in quanto il carcere di Taranto non sta su un altro pianeta e lo hanno dimostrato gli eventi tragici accaduti nel recente passato come l’evasione di Foggia (72 detenuti) o di Trani (2 detenuti), oppure dell’evasione dall’ospedale di Lecce di un pericoloso delinquente che ha terrorizzato incolpevoli cittadini che ne hanno pagato le conseguenze.
Abbiamo rappresentato che i tanti eventi critici compresi i suicidi di detenuti, le evasioni, le rivolte, le aggressioni ai poliziotti forse si sarebbero potuti evitare, se il DAP avesse dotato il carcere di Taranto di un organico confacente all’attuale numero di detenuti(circa 800), mentre il personale è rimasto quello per gestirne 350.
Per avvalorare le nostre denunce abbiamo rappresentato che non è possibile che a fronte di una proporzione nazionale di 0,66 agenti per detenuto a Taranto sia di 0,36.
Avevamo chiesto anche che il Ministro NORDIO venisse in Puglia regione tra le più disastrate per la situazione carceraria, e si fermasse proprio a Taranto per constatare con i propri occhi in quale girone dantesco costringe a lavorare i servitori dello stato che, si sono rovinati la vita e la salute per colpa loro.
Il SAPPE scrisse anche che il sangue che sarebbe iniziato a scorrere a seguito della sua mancata venuta avrebbe sporcato anche le sue mani, poiché non si possono chiudere gli occhi dinnanzi a tanti fatti violenti e tragici che avvengono per cause molto precise corroborate dai numeri.
Invece mentre i poliziotti continuano soffrire pagando un alto contributo fatto di violenza, aggressione e sangue, gli alti dirigenti del DAP e del Provveditorato regionale continuano a stare seduti tranquillamente nei loro ovattati uffici ben remunerati”.