Un altro tonfo del grano duro: -15 euro a tonnellata

Un altro tonfo del grano duro: -15 euro a tonnellata. A ulteriore e drammatica riprova di quanto sostiene CIA Agricoltori Italiani di Puglia, le ultime quotazioni alla Borsa Merci di Bari che martedì 2 maggio 2023, toccano il loro punto più basso da 12 mesi a questa parte: il grano duro perde altri 15 euro a tonnellata, scendendo sotto i 350 euro per ciò che attiene alle tipologie “fino”, “buono mercantile” e “mercantile”, mentre il biologico si attesta attorno ai 360 euro/tonnellata. Da giugno 2022, quanto le quotazioni massime arrivarono a 600 euro/tonnellata, il valore del grano si è quasi dimezzato. Una tendenza che, purtroppo, sarà con ogni probabilità confermata domani anche dalle quotazioni della Borsa Merci di Foggia.
La produzione di grano italiano, dal canto suo, è il primo anello di una filiera apprezzata e riconosciuta in tutto il mondo come simbolo del ‘made in Italy’ nel mondo. In gioco, ci sono la sicurezza alimentare e il futuro della filiera italiana di grano, pasta e pane. È fondamentale: che la sicurezza alimentare sia messa in secondo piano rispetto a chi vuole spingere valore e qualità verso il basso pur di incrementare i propri profitti a danno dei cerealicoltori e dei consumatori.
Già nel 2021, si importava il 44% del grano duro impiegato per realizzare la pasta italiana. La soglia che inverte le proporzioni è sempre più vicina. La produzione del frumento italiano di maggior pregio e qualità ha avuto un calo rilevante nel 2022, a causa di una serie di fattori convergenti, non ultimo l’aumento spropositato dei costi di produzione.
Nel 2020, seminare-coltivare e poi procedere alla raccolta di grano duro costava ai produttori, per ogni ettaro, 878 euro; nel 2021 il costo per ettaro è arrivato a 1158 euro; nel 2022 il record, con 1.402 euro di costi di produzione per ettaro. Di contro, le quotazioni riconosciute al grano duro italiano, negli ultimi 11 mesi, sono crollate.




