Martina Franca, la Lillo vuol diventare la Meloni. Contestata da alcuni dei suoi candidati : “Ha fatto una lista debole e di soli uomini imponendo la doppia preferenza per farsi eleggere”
Grane per la coordinatrice cittadina di Fratelli d’Italia Grazia Lillo. Tutto sarebbe partito da una lettera nella quale la moglie del noto farmacista Leo Lucarella datasi alla politica tre anni fa, all’indomani delle elezioni comunali che l’ha vista eletta al Consiglio Comunale, unitamente ad Oronzo Basile (i voti tutti suoi personali), è stata oggetto di critiche da parte di diversi candidati della lista di Fratelli d’Italia a Martina Franca e non solo.
La dottoressa Lillo, inizialmente con l’ambizione di diventare sindaco, secondo i firmatari della lettera, avrebbe chiuso il partito per tre mesi, i più delicati, con “conseguente carenza di condivisione e notifica di ciò che accadeva” Erano i mesi precedenti le elezioni e la definizione del candidato sindaco e della coalizione. Ma già da un anno prima la stessa coordinatrice, autonomamente, faceva consultazioni con i maggiori leader politici della città ed anche con alcuni noti imprenditori, cercando di far loro condividere la sua “ambizione politica”. Alla fine, pochi giorni prima della presentazione delle liste, per svilimento e dopo il rifiuto di diverse autorevoli figure, non ultima quella dell’avv. Giulietta Marangi, finalmente le veniva proposto di candidarsi ma lei, consapevole che gli alleati non l’avrebbero sostenuta fino in fondo, rinunciava. Oltre le critiche di alcuni candidati alle elezioni comunali nella sua lista, anche tanti sostenitori della Meloni. Presentava una lista “con soli candidati uomini tenuta nel cassetto e segretata fino all’ultimo momento e a conoscenza di uno sparuto gruppo di persone di gradimento della coordinatrice”. Inoltre era palese “una sorta di imposizione della doppia preferenza” praticamente quella di far aggiungere al voto di ciascun candidato maschile il suo nome. In realtà, alle scorse elezioni, 236 schede riportavano il solo suo cognome, mentre i restanti voti dei 737 con la doppia preferenza (lei sul suo profilo FB se ne attribuisce 750 Melius est abundare quam deficere) .
La dottoressa Lillo praticamente l’ha fatta da padrona … di casa di Fratelli d’Italia, forte del fatto che la sede del comitato cittadino è di sua proprietà e l’imponente comitato elettorale di Via Taranto lo aveva pagato con i suoi soldi. Paradossalmente ha preso una percentuale minore del suo predecessore Giuseppe Chimienti, visto che cinque anni fa i sondaggi portavano la Meloni al 2% invece del 23% di oggi.
Ma anche sulla campagna elettorale svolta sono piovute critiche sulla dottoressa Grazia Lillo: “Nonostante fosse la coordinatrice del partito, ha pensato solo per sé stessa, con tante vele pubblicitarie con il suo viso in giro per la città come se fosse lei il candidato sindaco, senza fare una adeguata campagna al movimento”.
E sullo slogan nasce un’altra polemica, tanto che avrebbe infastidito la stessa leader Giorgia Meloni. Usava lo stesso slogan della leader di Fratelli d’Italia: “Libera, forte, coraggiosa!” tale da sembrare una brutta imitazione
Il risultato di Fratelli d’Italia a Martina Franca, con una tradizione importante ai tempi degli avvocati Pasquale Caroli, Peppino Semeraro e successivamente Leonardo Conserva che era addirittura diventato sindaco con Alleanza Nazionale. Con la Lillo un modesto 9,5% con i sondaggi della Meloni al 22%. La Coordinatrice locale di Fratelli d’Italia ha continuato ad attuare una strategia borghese simile piuttosto al vecchio Partito Liberale che a Fratelli d’Italia, già Alleanza Nazionale. La condivisione, piuttosto che ottenerla tra la gente, l’ha ricercata sui Social, inseguendo come un ombra fisicamente i leader di Fratelli d’Italia e soprattutto la Meloni, per ottenere dei selfie da postare su Facebook.
La doccia fredda, non tanto rinfrescante per la Lillo nei giorni scorsi. Le avevano fatto credere che sarebbe stata candidata, seppure per una candidatura di servizio ed aveva lei stesso diffuso la notizia in città. Aveva mandato tutti i documenti necessari e le relative autentiche al coordinatore provinciale del suo partito e, all’uscita delle liste, era stata “eliminata”.
Il diktat dei leader del partito, in questa importante e decisiva competizione, tra i quali la stessa Meloni e quelli regionali come Fitto, Gemmato, Iaia e Perrini, è quella di fare una campagna che punti sul programma e soprattutto sull’immagine del leader Giorgia Meloni, senza contaminazioni locali che possano danneggiare l’esito del voto, con l’obiettivo di andare oltre il 23% e molto più lontano di quel misero 9% di Martina Franca o della media locale delle ultime amministrative dove si è votato.
“Vogliamo – concludono i firmatari della lettera – la fondazione di un Circolo che abbia una propria sede (e non quella della Lillo in uso alla farmacia del marito); allargare la base; diventare strutturati come partito e non come lista civica a Martina Franca; azzeramento della carica di coordinatore ed elezione di un direttivo condiviso; massima condivisione e trasparenza di tutte le azioni intraprese dal partito d’ora in avanti, in modo da favorire una sua ulteriore crescita sul territorio, mortificata da alcuni accadimenti degli ultimi mesi che hanno allontanato potenziali supporter e candidati (molti sono stati costretti ad emigrare in altre liste facendo vincere di fatto il centrosinistra)”.
Insomma, chiedano che la Lillo faccia un passo indietro in questa campagna elettorale non pregiudicandone i risultati. Magari limitandosi a fare la Consigliera Comunale (dove è arrivata addirittura ad autovotarsi come capo dell’opposizione)
Per Fratelli d’Italia non sono ammessi errori e protagonismi.