Foggia: detenuto si impicca in cella, è il secondo a distanza di 15 giorni
L’episodio è stato denunciato dal Sindacato autonomo di polizia penitenziaria: “E’ responsabilità di chi ha voluto consegnare le carceri italiane all’anarchia“
“Non si ferma la catena di morte nel carcere Foggia”, denuncia il Sappe. “Un detenuto di origini baresi, con fine pena nel 2027 per maltrattamenti in famiglia, si è tolto la vita impiccandosi con una rudimentale corda appesa alla finestra della stanza. Purtroppo aveva poche chance di essere salvato, nonostante la professionalità, il coraggio, e l’abnegazione dei poliziotti di Foggia. Alle 5 del mattino un solo agente deve gestire più sezioni detentive e non può essere contemporaneamente in ogni luogo. Eppure, senza i coraggiosi interventi dei poliziotti penitenziari di Foggia, la lista di chi decide di volare oltre le sbarre del carcere sarebbe stata molto lunga. E’ una tragedia che ha responsabilità molto precise, a partire da chi ha voluto consegnare le carceri italiane all’anarchia. Ci riferiamo alla politica ed al DAP che nei fatti hanno smantellato la sicurezza nelle carceri e l’attività di controllo e gestione dei detenuti. Da mesi, se non anni, il Sindacato autonomo polizia penitenziaria denuncia la grave situazione di sovraffollamento del carcere di Foggia (che è arrivato più del 170% dei posti disponibili), a cui si contrappone la grave carenza di poliziotti che devono gestire più posti di servizio contemporaneamente. Da allora nessun intervento, anzi le cose sono peggiorate con il personale di polizia penitenziaria sempre di meno, sempre più stanco e vecchio. Tutto ciò costringe i poliziotti a lavorare per 8 – 12 ore continuative, con carichi di lavoro massacranti in violazione di norme e leggi dello stato italiano”