Il segretario della CGIL di Taranto interviene sulla vertenza Tundo
I lavoratori che prestano servizio all’organizzazione di emergenza del 118, quelli che lavorano nelle Residenze Socio Assistenziali per Anziani, le lavoratrici dei servizi di assistenza domiciliare integrata, quelli del trasporto disabili. Sono la fotografia di diritti e servizi essenziali che, in piena emergenza pandemica, il servizio pubblico continua a considerare contrattabili.
E’ duro il giudizio del segretario generale della CGIL di Taranto, Paolo Peluso, che interviene su alcune vertenze simbolo che da un anno a questa parte hanno messo in luce la difficoltà di dare risposte ai bisogni di salute e assistenza, considerando oltre al servizio reso, il rispetto dei diritti dei lavoratori.
La responsabilità solidale del pubblico rispetto alle inadempienze del privato appaltatore esiste ed è sancita da regole ben precise – spiega Peluso – ma la regola, troppo spesso, è stata poco o per nulla praticata, e aziende, spesso, continuano a svolgere il loro servizio penalizzando sia dipendenti che utenza.
Il caso più emblematico e che tiene banco in questi ultimi giorni è quello dei dipendenti della Tundo Spa, che da circa un anno per l’ASL di Taranto svolgono il servizio di trasporto disabili.
69 lavoratori (38 con contratto AIOP per le figure che si occupano dell’assistenza e 31 con contratto ANAV Trasporti), che da mesi, a fronte a continui ritardi nella corresponsione degli stipendi continuano ad assicurare il servizio, verso le strutture di riabilitazione, a 203 cittadini in condizioni di fragilità.
Questa vicenda ci dice chiaramente una cosa – dichiara Peluso – che malgrado le condizioni di lavoro dei dipendenti, che non prendono stipendi, che presumibilmente sono stati posti illegittimamente in Cassa Integrazione, o che nella prima fase pandemica non avevano Dpi adeguati, è importante per l’appaltatore pubblico che il servizio vada avanti. Un servizio considerato necessario e indispensabile, che malgrado la nostra richiesta di sostituzione dell’azienda, può andare avanti in barba ad ogni legge, ad ogni responsabilità solidale, e aggiungerei anche ad ogni regola di buon senso.
Ciò vuol dire che ancora oggi si è disposti ad accettare che una impresa continui a ledere i diritti dei lavoratori – continua il segretario della CGIL di Taranto – senza che nessuna decisione amministrativa o politica ne possa scaturire.
Ed è proprio il livello amministrativo e politico che il numero uno della CGIL jonica è pronto a sollecitare.
Si cominci dalla Tundo, che a quanto pare ha problemi in molti appalti in Italia, a dare un segnale – dice – affinché ASL e Regione decidano di applicare il potere sostitutivo in quell’appalto, fino all’ipotesi di internalizzare un servizio indispensabile e necessario con l’intento di non affidare nuovamente l’appalto ad una scatola vuota che reitererà tali atteggiamenti nei confronti dei lavoratori e dell’utenza tutta. E’ questione di scelte e questo è il tempo per compierne.