Trasporti e logistica per sostenere lo sviluppo della Puglia.
A settembre piattaforma complessiva per aprire confronto con chi si candida a guidare la Regione.
“Parlare di trasporto, di movimentazione merci e logistica significa interrogarsi sulla capacità che un sistema economico e produttivo ha di competere sui mercati internazionali. Viene da sé che è indispensabile garantire alle imprese infrastrutture e servizi efficienti e di livello adeguato, e allo stesso modo un sistema produttivo che sia in grado di accrescere la propria qualità di prodotto per sostenere questi processi di internazionalizzazione e quindi spingere alla implementazione ed evoluzione del settore logistico”. È quanti ha affermato il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, nel corso della conferenza stampa indetta questa mattina presso la sede del sindacato a Bari, a margine dell’attivo di delegati e delegate della Filt del settore logistico.
Gesmundo: Infrastrutture per sostenere sistema produttivo
“Parte del gap economico che ha l’Italia con altre nazioni europee – ha proseguito – a che fare con un ritardo delle filiere logistiche e di infrastrutturazione. Allo stesso modo il gap delle regioni del Mezzogiorno verso quelle del Nord. Stiamo attraversando una fase di epocale trasformazione dei processi produttivi, le merci hanno bisogno di muoversi sempre più velocemente. E proprio l’esperienza vissuta con il lockdown, ha fatto emergere l’indispensabilità della logistica. Ma trasporto significa anche capacità di aumentare la qualità dei servizi legati al settore turistico, permettere a chi sceglie la Puglia per le vacanze di spostarsi magari in Treno nel Salento non dovendo compiere traversate di poche decine di chilometri impiegando tre ore. Significa sostenere il mercato dei prodotti primari. Ma anche meno emissioni di gas nell’aria e più sicurezza sulle strade”.
Guagnano: Paese va a due velocità, gap che va sanato
Per questo quando la Cgil chiede al Governo nazionale e a tutte le stazioni appaltanti, spiega Giuseppe Guagnano, segretario generale della Filt Puglia, “di accelerare sulle opere infrastrutturali, in primis proprio quelle di trasporto e logistiche – porti, interporti, ferrovie, strade, aeroporti – lo fa consapevole che è un aspetto che accresce la competitività di un territorio. Questo paese da 20 anni non ha una politica nazionale sull’industria, sul trasporto, sull’energia. Rispetto a tutti i fondi che ci sono, serve un’idea complessiva di sviluppo del Paese, cornice dentro la quale costruire le priorità dei territori. Un paese che va a due velocità anche sui binari, “perché da Centro a Sud l’Alta Velocità non c’è, un problema infrastrutturale che va risolto. Anche per andare incontro a quel che ha previsto l’Unione Europea, e cioè che entro 2030 il trasporto su ferro delle merci deve raggiungere almeno per il 30% del totale, e oggi stiamo al 6. In Puglia il trasporto su ferro su merci si ferma a Bari. Penso a logistica, a possibilità di creare un hub tra i porti di Brindi, Bari e Napoli, ma per sviluppare un progetto simile servono infrastrutture di collegamento adeguate, non quelle esistenti oggi”.
A settembre la piattaforma per lo sviluppo della Cgil Puglia
Il tema è come utilizzare al meglio le risorse “che oggi ci sono. Oggi si decide come intervenire a livello di Governo, per questo vorremmo aprire un confronto in primis con la Regione Puglia e con tutti gli attori politici e sociali per costruire una visione complessiva, sistemica. Perché per noi il raddoppio della Lesina-Termoli è importante quanto la strada Maglie-Leuca o la statale Bari-Matera, e se non si procede al commissariamento degli interventi che almeno ci siano garanzie di opere realizzate nel rispetto dei tempi preventivati”.
“Stiamo lavorando a una proposta complessiva per la Puglia, che guarda all’innovazione, alla ricerca, all’energia, all’agricoltura, a ogni settore produttivo, alle infrastrutture serventi, assieme e illustri economisti e docenti universitari, che presenteremo a settembre durante gli Stati Generali della Cgil Puglia – conclude il segretario -. Da offrire a chi si candida a governare questa regione nei prossimi anni, per un confronto che insista sulle soluzioni per sostenere la ripresa economica e sociale. Perché il rischio che per sostenere il Paese le risorse finiscano nei territori più sviluppati e in grado di segnare indici positivi prima di altri, è altissimo e andrebbe a penalizzare il Mezzogiorno. E allora al tavolo con il Governo dobbiamo sederci prima possibile ma con le idee chiare e le priorità degli interventi da realizzare”.