Taranto – Braccianti pagati un euro l’ora: condannati in primo grado i due caporali
TARANTO – Sono stati condannati in primo grado a pene detentive per intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento del lavoro aggravato l’imprenditore agricolo Francesco Sabato e Andrea Paduraru dopo la denuncia della Flai Cgil a seguito di episodi di caporalato e sfruttamento ai danni di almeno 35 cittadini rumeni nei campi della provincia di Taranto. I braccianti, in particolare, erano rinchiusi senza documenti in edifici fatiscenti e costretti a lavorare, senza riposo, 17 ore al giorno per 4€ l’ora da cui venivano detratte le spese di vitto, alloggio e trasporto.
“È una sentenza che, seppur non definitiva, riporta giustizia su episodi di vero e proprio schiavismo condotti nelle nostre campagne – dichiara il Segretario generale della Flai Cgil Taranto, Lucia La Penna – resa possibile dal lavoro in sinergia della Flai con il nucleo ispettivo dei carabinieri e dall’assistenza legale e amministrativa rispettivamente degli studi Petrone e Policoro. Tutto ciò non si sarebbe realizzato, tuttavia, senza il lavoro legislativo che da anni conduciamo per contrastare il caporalato. Dalla legge nazionale n. 199 del 2016 al progetto sperimentale di trasporto gratuito sottoscritto dalla Giunta regionale nel 2018, cui partecipano sindacati, istituzioni tarantine e parti datoriali fino al piano d’azione siglato con la Prefettura per incentivare buone pratiche di legalità e sicurezza, parliamo di iniziative cui si è giunti grazie all’azione sindacale che mettono in campo non solo la repressione del fenomeno ma anche un lavoro di prevenzione che agisce sull’intermediazione tra domanda e offerta, trasporto e alloggio, ovvero sui servizi su cui i caporali fanno leva per intercettare i bisogni dei braccianti.Dobbiamo ringraziare – conclude La Penna – il coraggio dei lavoratori che, sfidando le violenze e le minacce, hanno deciso di denunciare la loro condizione utilizzando il sindacato per far valere i propri diritti contro l’oppressione di cui erano vittime.”
Comunicato stampa CGIL Puglia