Taranto – Ilva, Di Maio: “Atto illegittimo ma non annullabile”: Melucci replica al ministro
TARANTO – Conferenza stampa in mattinata al MISE con il ministro dello Sviluppo Economico e vice premier Luigi di Maio, in merito al parere dell’Avvocatura di Stato richiesto sulla procedura di aggiudicazione di Ilva ad Arcelor Mittal. Un atto che sarebbe illegittimo poiché ad aggiudicazione avvenuta si è deciso di procrastinare al 2023 l’attuazione dell’AIA; ciò avrebbe determinato una trattativa frettolosa che, considerato il termine successivo del 2023, avrebbe invece consentito una diversificazione delle offerte e dei partecipanti alla gara. E’ in grande sintesi ciò che il ministro Di Maio ha sottoposto all’Avvocatura di Stato, che ha confermato le obiezioni sollevate dall’Anac, ma che in termini pratici non può determinare un annullamento della procedura stessa poiché, come lo stesso Di Maio ha spiegato in conferenza, per l’annullamento è il Ministero che deve procedere, considerando due elementi fondamentali: “L’illegittimità dell’atto e, come seconda cosa, la tutela di un interesse pubblico concreto ed attuale. Per noi l’illegittimità dell’atto c’è nell’eccesso di potere e si configura nel non accettare i rilanci.” L’altro punto sottolineato dal Ministro è l’accordo occupazionale tra Mittal e i sindacati: “Mittal è sempre stata in buona fede. Il delitto perfetto lo ha fatto lo Stato creando una procedura piena di vizi e illegittimità” – ha poi aggiunto – “Se un’azienda ci chiedesse di partecipare alla gara, ci sarebbero le ragioni di opportunità, noi potremmo revocare la gara”.
Di Maio ha quindi precisato inoltre: “Saremo al tavolo con le parti sociali. Un accordo che porta lavoro a Taranto rappresenta l’interesse pubblico attuale e concreto da tutelare che eviterebbe revoca gara”.
A queste parole, il sindaco Rinaldo Melucci ha replicato con una nota stampa delle 15.31 che pubblichiamo di seguito:
“Ormai non c’è limite all’imbarazzo nel commentare le dichiarazioni del Ministro Di Maio intorno ad Ilva, tali e tanti risultano gli argomenti di irrazionalità e di disprezzo dei bisogni della comunità ionica. Al suo insediamento abbiamo mostrato pazienza, garantito leale e costruttiva collaborazione, ma quelli che sembravano solo inesperienza e smarrimento politico si stanno rivelando un calcolo premeditato. E si spiega il suo silenzio ininterrotto davanti alle sollecitazioni degli enti locali, si comprende il teatro delle 62 sigle al Mise. È questa la sua idea di trasparenza? In cosa sarebbe migliore dei predecessori che tanto critica, come se fossero il vero nodo di una vertenza così complessa? Può smetterla di usare Taranto per i suoi problemi politici?
Ministro, ci dica cosa vuole fare senza altri giri di parole, per carità. Se vuole chiudere lo stabilimento, si accomodi. Sarà sempre suo e del suo Governo l’onere di gestire bonifiche miliardarie e decine di migliaia di disoccupati. Stia pur certo che verremmo tutti in pianta stabile in Via Veneto a darle una mano. Le garantiamo tutto il supporto possibile, faremo in modo che Taranto resti in ogni caso una priorità della nazione fino a che non sarà tutelato l’ultimo lavoratore, l’ultimo concittadino, ripristinato l’ultimo lembo di terra.
Ministro, che fa, chiude o no? È semplice la risposta, non inventi altri colpi di teatro. Non so se lei sia un credente, ma dice il Vangelo: “sia il vostro parlare sì, sì, no, no; il di più viene dal Maligno.” Quindi, sia chiaro, vuole piuttosto un tavolo serio per implementare le misure ambientali, sanitarie e sociali? Noi ci siamo anche in questo caso, con eguale convinzione.
Credo che sia giunto il momento di una iniziativa forte ed univoca da parte della comunità tutta, sentiremo a stretto giro le organizzazioni sindacali e imprenditoriali, i nostri esponenti istituzionali, i portatori di un interesse sano verso il futuro di Taranto. Nel frattempo, il Civico Ente ha trasmesso in data odierna istanza formale di accesso completo agli atti predisposti dall’Avvocatura dello Stato. Abbiamo diritto a fatti, non dichiarazioni strampalate. Ministro, sì o no?”