Taranto – Ilva, incidente mortale sulla gru: la rabbia e il dolore di una comunità intera
TARANTO – La morte di Angelo Fuggiano, operaio di 28 anni che ieri è stato vittima di un incidente al porto, mentre lavorava alla manutenzione nella sala argani della gru DM6 al IV sporgente ( l’articolo completo a questo link) ha riacceso la rabbia e il dolore di tutta la cittadinanza.
Immediata è stata la reazione delle segreterie nazionali di Fiom, Fim, Uilm e Usb che hanno proclamato lo sciopero in tutti gli stabilimenti (questa mattina anche i lavoratori Ilva di Cornigliano incrociano le braccia in segno di protesta); una delegazione di flmuniti-cub hanno esposto uno striscione su cui recava la scritta “Basta morti sul lavoro, basta morti per l’inquinamento”.
Intanto l’autorità giudiziaria ha avviato, come da prassi, le indagini e disposto l’esame autoptico sul corpo del giovane operaio della Ferplast, delegando la capitaneria di porto al sequestro della gru sulla quale si trovava Angelo Fuggiano.
Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, hanno reso noto in un comunicato congiunto, che alle 17.30 di oggi ci sarà il fermo contemporaneo in tutti i porti italiani e che per 5 minuti le sirene suoneranno in segno di cordoglio per l’ennesima “morte bianca”: << Nelle aree portuali si continuano a registrare vittime sul lavoro. Siamo addolorati per questa ennesima morte. (…) il nostro compito di sindacato non è certo quello di fare la conta dei lavoratori caduti sul lavoro. Chiediamo che il Parlamento e i Ministeri competenti si interessino e intervengano subito in tale stato di cose, approvando la normativa già scritta di aggiornamento dei decreti legge 271 e 272 e riportando le Autorità di Sistema Portuale ad agire nell’interesse generale della sicurezza sul lavoro e dello sviluppo delle attività portuali e marittime. Chiediamo altresì – concludono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – che l’Ispettorato del Lavoro sia messo nelle condizioni di fare tutti i controlli necessari sui luoghi di lavoro. Alla famiglia del lavoratore tutta la nostra commossa vicinanza”.
Momenti di grande tensione poi, nel tardo pomeriggio di ieri, quando, al termine del vertice in prefettura, alla presenza del sindaco Rinaldo Melucci, alcuni manifestanti hanno raggiunto il primo cittadino – mentre veniva accompagnato all’auto da alcuni agenti di polizia locale e dai carabinieri – e al grido di “Assassino!” hanno contestato la decisione del sindaco di ritirare il ricorso al Tar contro il Dcpm sul piano ambientale Ilva.
Rispetto a questo episodio, l’Amministrazione ha rilasciato una dichiarazione per condannare il duro attacco verbale dei contestatori: “La giunta Melucci manifesta il proprio cordoglio per la morte del giovane operaio Angelo Raffaele Fuggiano ed esprime la vicinanza alla sua famiglia. Ci adopereremo in tutti i modi consentiti e possibili per fornire il dovuto conforto, anche pratico, alla famiglia, funestata oggi dal grave lutto. L’intera comunità tarantina deve stringersi unita alla famiglia Fuggiano. Una comunità che deve però anche comprendere la necessità di fare quadrato. Stigmatizziamo, pertanto, il grave atto violento consumatosi nei confronti del sindaco che, in qualità di primo cittadino, ha assunto sulle proprie spalle il peso della intera comunità; il sindaco, che non ha alcuna responsabilità nell’incidente mortale avvenuto al porto, come sempre ci ha messo la faccia uscendo dalla porta principale per incontrare la sua comunità e per far sentire forte la presenza delle istituzioni. Purtroppo quel momento che doveva essere di incontro si è trasformato in una assurda contestazione. Il sindaco si sta spendendo personalmente e sta impegnando ogni giorno del suo mandato alla risoluzione della vertenza ambientale, occupazionale e sociale più critica e delicata a livello europeo.
È giunto il tempo che si risveglino gli animi di tutti i cittadini che condividono la non violenza. Ma soprattutto l’intera comunità deve far sentire il suo appoggio ai suoi rappresentanti, perché non si tratta della nostra battaglia ma di una sfida comune, che ognuno di noi sta combattendo per le nuove generazioni e per una Taranto migliore.”
Ieri mattina all’esterno del porto, mentre usciva l’auto con la salma del ragazzo, tutta la rabbia dei parenti dell’operaio che, ai microfoni di tv locali e nazionali, hanno espresso il proprio dolore e il proprio sdegno per una morte prematura e per l’assenza delle istituzioni nel trovare una soluzione definitiva al problema salute/sicurezza – lavoro.
Diversi i messaggi di cordoglio rivolti alla famiglia di Angelo Fuggiano, che lascia moglie e due figli piccoli. Anche l’arcivescovo Filippo Santoro ha speso alcune parole per le tante vittime cadute sul lavoro: “Vorrei che giungesse alla famiglia del giovane Angelo Fuggiano il mio cordoglio unito a quello di tutta la Chiesa di Taranto. Angelo è l’ennesima vittima caduta sul lavoro nello stabilimento Ilva. È la preghiera di una comunità intera che piange un operaio poco più che un ragazzo con già una moglie e due piccoli da crescere. Il lutto dell’intera città di Taranto s’imponga senza se e senza ma nel panorama nazionale, dove spesso la parola Ilva evoca solo una questione cocente, un dilemma politico, un punto di programma offuscando volti, storie, vite, generazioni intere di tarantini che rivendicano, oggi purtroppo con la gravità della morte di un giovane, cittadinanza piena e di primo piano, rispetto ai meri interessi di governo ed economici. Le morti sul lavoro in un impianto così complesso non possono essere più imputate alla fatalità ma ad un sistema minato dalla precarietà che andrebbe radicalmente riformato per creare condizioni di sicurezza per la vita e la salute di questi ultimi, gli operai, che stanno pagando da troppo tempo il prezzo più alto. Al Signore, Pastore Eterno, affido Angelo, con l’abbraccio mio e della comunità dei credenti.”