Taranto – Processo “Alias”: Condannati 22 imputati del clan D’Oronzo- De Vitis. Pene esemplari.
Il Processo “Alias” in giudizio di fronte al collegio presieduto dalla Dr.ssa Patrizia Todisco – con il Comune di Taranto costituitosi parte civile – ha condannato 22 dei 32 imputati, indagati a vario titolo di aver agito nelle attività illecite del clan di Orlando D’Oronzo e Nicola De Vitis.
“Alias” è l’operazione dell’ottobre 2014, con cui la Squadra Mobile di Taranto, guidata dal Dr. Giuseppe Pititto e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, condusse all’arresto di 52 persone con l’accusa a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, rapina, associazione a delinquere a scopo di spaccio, omicidio e detenzione di armi. Tutte persone collegate al Clan di D’Oronzo-De Vitis.
Sono state dieci le assoluzioni, in giudizio, tra cui quella di Giovanni Geri,Anna Pia Albano, Rosa Cardellicchio, Armando Crupi, Francesco D’Angela, Cosimo D’Oronzo, Rosario D’Oronzo, Luigi Morelli, Bladimir Polo Oduver, Giorgio Saponaro, poiché come ritenuto dal Tribunale di Taranto, non sussistono implicazioni effettive degli imputati nei fatti.
Per alcuni dei 22 condannati le pene inflitte sono state maggiori rispetto alle richieste del PM, Alessio Coccioli, in alcuni casi sono state invece confermate o ridotte:
Francesco Scarci, dai 10 anni richiesti da Coccioli è stato infine condannato a scontare 16 anni; Pietro Cetera condannato a 14 anni invece che a 12 anni; Riccardo Vallin condannato a 13 anni e 4 mesi anziché 8; Calogero Bonsignore, 8 anni e 4 mesi invece che 6 anni; Raffaele Brunetti condannato a 16 anni anziché 12; Fabrizio Pomes, in giudizio per concorso esterno in mafia, ex assessore comunale e gestore del Centro sportivo Magna Grecia dal 2007 al 2013, che avrebbe portato avanti la gestione del Centro sportivo Comunale con scopi di lucro e non conformi alle gestione di natura pubblica della struttura, creando un debito che sfiora i 273 mila euro e condannato a 11 anni anziché 6 anni; Cristian Buzzacchino condannato a 3 anni e 4 mesi anziché 6 anni; Sergio Cagali, condanna a 8 anni confermata; Rosa Ciotola, condanna a 16 mesi confermata; Michele De Vitis, condanna a 6 anni confermata; Giuseppe D’Andria, condanna a 27 mesi anziché 4 anni; Angelo Di Carlo, condanna a 3 anni anziché 2; Gianpiero Di Carlo, condanna a 3 anni e 4 mesi anziché 4 anni; Francesco Leone, condanna a 5 anni invece che 6; Tommaso Lugiano, condanna a 1 anno anziché 2; Leo Mollica, condanna a 5 anni, richiesti 4; Moreno Rigodanzo, condanna a 6 anni e 8 mesi, richiesti 10 anni; Massimiliano Salamina, condanna a 12 anni, invece che 9; Vladimiro Viola, condanna a 6 mesi confermata; Giovanni Perrone, condanna confermata a 6 mesi.
Orlando D’Oronzo e Nicola De Vitis che avevano richiesto rito abbreviato, sono ora al processo di secondo grado in giudizio a Lecce assieme ad altri imputati.