Ordine pubblico: un’estate rivoluzionaria tra divieti e nuove norme per i grandi eventi
E’ di ieri la notizia del decreto con il quale Virginia Raggi, Sindaca di Roma, vieta la vendita e il consumo di bevande alcoliche nella capitale nelle ore notturne successive alle 22.00. Questo atto segue di qualche giorno le polemiche divampate a Torino dove, dopo una decisione analoga presa dalla Sindaca Appendino, si è arrivati addirittura a violenti scontri tra forze dell’ordine e i manifestanti contro tali norme.
In Italia si sta instaurando lentamente un nuovo proibizionismo contro le bevande alcoliche, eppure da recenti studi Istat pare che il consumo di bevande alcoliche nel nostro paese stia diminuendo. Tutto ciò per garantire “l’ordine pubblico”.
Questa ondata di anti garantismo, anche eccessivo, nasce dai tragici fatti di Torino, quando l’alcool e la stupidità di qualcuno sono costate la vita ad Erika, la giovane tifosa Juventina presente a Piazza San Carlo per assistere alla Finale di Champions League.
In seguito ai fatti di Torino il Capo della Polizia, Franco Gabrielli ha riscritto le circolari sull’ordine pubblico per i grandi eventi.
Queste nuove norme sono un rivoluzione: per lo svolgimento dei grandi eventi devono essere garantiti due livelli di sicurezza: safety e security.
A stabilire le condizioni per la Safety sono i Comuni, che si devono occupare di individuare le aree adatte ad ospitare gli eventi, che in relazione alle nuove norme devono possedere nuove peculiarità, gli organizzatori privati che dovranno “regolare e monitorare gli accessi” con “sistemi di rilevazione numerica progressiva ai varchi di ingresso fino all’esaurimento della capacità ricettiva”, i Vigili del Fuoco che dovranno occuparsi della sicurezza antincendio, coadiuvati da steward preparati che dovranno frequentare corsi appositi di specializzazione, Gli operatori Sanitari, La prefettura che dovrà effettuare scrupolosi controlli nelle aree individuate e la Polizia Municipale.
La security invece sarà garantita dall’operato della Polizia di Stato con attività di prevenzione e monitoraggio. Una sostanziale rivoluzione, passata forse inosservata.
I problemi però sono evidenti: è necessario innanzitutto parlare di tempistiche, tali cambiamenti, decisi il 7 Giugno, sono costati a migliaia di organizzatori cospicue somme di denaro: sono, infatti, numerosi gli annullamenti di grandi manifestazioni in tutta Italia per l’ impossibilità ad adeguarsi in tempi brevissimi alle nuove norme.
E’ evidente inoltre la totale mancanza di elasticità di tali norme, che costringono privati a svolgere corsi che difficilmente vengono organizzati, con tempistiche impensabili data la lentezza della nostra burocrazia e con modalità sconosciute.
Inoltre, si caricano gli organizzatori, i privati, di responsabilità infinite che vanno per ledere molto spesso i territori stessi che ospitano le manifestazioni. Oggettivamente non è un grande periodo per la maggior parte dei Comuni Italiani quindi molto spesso le iniziative private salvano dall’apatia e dal nulla i calendari estivi di tantissimi centri, dando una ventata di aria fresca alle torride serate estive.
Fondamentalmente, tutto ciò nasce come azione di contrasto e di paura rispetto ai numerosi attentati accaduti in Europa. Io sono d’accordo a parlare di norme che ci proteggano maggiormente in situazioni “di piazza” sono però in disaccordo con questa totale corruzione del nostro modo di essere: il terrorismo non si vince né rinunciando alla propria birra al pub né chiudendosi in casa, il terrorismo si vince vivendo, cercando di non lasciarsi sopraffare dal terrore.