Taranto – Processo “Lady Coca”, lo spaccio in città è donna: inflitti 130 anni di carcere | TUTTI I NOMI
La droga viaggiava da Napoli per arrivare a Taranto ed essere smerciata in tutto il territorio. A capo del sodalizio criminale, secondo gli inquirenti, le donne tarantine che erano la mente e a volte il braccio dell’organizzazione dedita allo spaccio di cocaina e hascisc.
Ieri presso il tribunale di Taranto presieduto dal giudice Fulvia Misserini sono state inflitti 130 anni di carcere durante il processo che prende il nome dalla maxi indagine della Polizia di Stato partita nel 2009 denominata “Lady Coca”: c’era chi raccoglieva il denaro guadagnato con lo spaccio, chi faceva il “palo” e c’era chi si occupava del trasporto della droga; una vera e propria “azienda” dello spaccio. A coordinare il tutto due donne in particolare: la tarantina Piera De Padova, e la napoletana Patrizia Vespa, coinvolta anche in secondo momento, nella successiva operazione della Guardia di Finanza, denominata “Undertaker”.
Tredici in tutto le condanne: la più alta è stata inflitta alla tarantina Piera De Padova, 22 anni e 6 mesi di carcere. Mentre 22 anni dovrà scontarli il suo compagno Antonio Ciccolella, , 21 anni a suo padre Onofrio Ciccolella, 21 anni a Loredana Proietti, 11 anni e mezzo ad Abele Ciccolella e 12 anni ad Antonio Proietti.
Tre anni e mezzo sono stati inflitti a Giovanni D’Ippolito, un anno e mezzo con pena sospesa a Ivano Vitaliano Farina, un anno e otto mesi a Francesco Galileo, tutti scagionati dal reato associativo, due anni e sei mesi, poi, a Giacomo Marasciulo. Un anno e 4 mesi ad Agostino Sardone, e Damiano Villa Pace, entrambi scagionati dall’accusa di associazione.